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di Nicola Bossi Dottore Villarini, senza entrare nel merito della questione giudiziaria dello scandalo inquinamento dei reflui dei maiali di Bettona, da agronomo ci spiega perchè i reflui non possono essere considerati rifiuti come inserito nella normativa regionale? "Da un punto di vista tecnico-scientifico non si possono criminalizzare i reflui dato che rappresentano, se gestiti in modo corretto, un'importante risorsa ambientale venendo utilizzati per il concime di campi agricoli. Per questo non si può definirli dei rifiuti" Lei stesso però amette che servirebbe una metodologia più indolore per lo spargimento dei reflui. Lei parla di autobotti con uno speciale braccio che immettono all'interno del terreno la sostanza, evitando inquinamento e cattivi odori. Ma quanti lo fanno? "Sinceramente in pochi. La pratica più diffusa è quella dello spargimento attraverso dei canaletti che arrivano ai campi. Servirebbe un maggiore sforzo tra agricoltori e la ditta che si occupa dello smaltimento". Entriamo nella nota dolente: chi controlla che i terreni dove avviene la concimazione siano adatti e sempre chi controlla quanto liquame si è sparso su X superfice? "Una piccola premessa è d'obbligo: la normativa regionale ha un ottima parte tecnica e metodologica. Poi ha qualche lacuna che deve essere colmata. E del tutto assente una valutazione del terreno sulla base delle caratteristiche morfologiche, chimiche e fisiche dei suoli; è del tutto evidente che ai fini della salvaguardia delle falde non è la stessa cosa spandere una determinata dose di liquame in un terreno sabbioso con elevata quantità di scheletro (pietre) rispetto alla medesima dose su un terreno argilloso. Lo studio e l’analisi di questi aspetti, che riguardano non solo la capacità di infiltrazione ma anche ad esempio quella di ritenzione da parte del suolo dei possibili elementi chimici inquinanti e la capacità di accettazione delle acque di precipitazione, necessitano di specifiche competenze pedo-agronomiche che solo professionisti qualificati come i Dottori Agronomi e Forestali sono in grado di assicurare". Ma ci sono controlli attualmente da parte dei tecnici? "No. All'Arpa arrivano comunicazioni da parte di allevatori e agricoltori. Documenti che senza la firma di un tecnino hanno valore di informazione ma non a carattere scientifico. Per questo abbiamo chiesto un incontro con l'assessorato regionale al fine di colmare questa lacuna". Quindi: se un allevatore in accordo con un agricoltore volesse concimare con una grossa quantita di reflui un terreno non adatto a sopportare tale flusso non avrebbe un controllo immediato, ma caso mai a campione. E rischioso... "Per le falde acquifere superficiali sarebbe un danno grosso". Condividi