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TERNI - "Saranno oltre 750 (512 insegnanti + 240 Ata) i dipendenti della scuola che si troveranno le porte degli istituti chiuse alla ripresa delle attività a settembre. Settecentocinquanta famiglie umbre, oltre un terzo delle quali nella provincia di Terni, condannate a rinunciare ad una fonte di reddito dalla legge sui tagli e sul dimensionamento scolastico, alla quale la classe politica umbra non ha saputo opporre scelte che, al contrario, hanno preso quasi tutte le altre regioni d’Italia, rendendo, di fatto, inattivi gli effetti deleteri delle disposizioni ministeriali. Con l’ingenuità del pesciolino che abbocca, da noi il dimensionamento è stato assurto a lotta epica, a battaglia della vita, a comando della quale s’è posta l’ex-assessore provinciale di Terni, Donatella Massarelli, cui si è affiancato l’Assessore regionale all’Istruzione, Maria Prodi". A sostenerlo è il personale ATA dell’IPSIA di Terni che in una nota inviata alla stampa affermano anche che "I contrasti al disegno tragico hanno occupato le pagine della cronaca locale per oltre un mese, fino a essere interpretati come una guerra personale, alla quale i responsabili dei comparti in questione hanno risposto compattando le forze, contro le ragioni dei lavoratori della scuola, gioendo, infine, per la vittoria consacrata dal TAR dell’Umbria, al quale si erano appellati, come ultima ratio, quanti tremavano per il futuro che li attendeva". A loro avviso, quindi, "Non c’è stata l’umiltà di confrontarsi con le parti in gioco, non c’è stata la lungimiranza di valutare le conseguenze, non c’è stata neppure l’intelligenza di chiedere ai colleghi di altre regioni quale strada avessero intrapreso per evitare gli effetti nefasti del provvedimento. No! Ha regnato la presunzione, l’arroganza, il vuoto orgoglio di prevalere, ignorando la sorte di tanti lavoratori". "Questa è la storia. Dolorosa, appenante, specie per chi si trova, oggi, a consolare il pianto disperato di validi collaboratori. Ma siccome alla vergogna, spesso non c’è limite, ecco apparire nella rubrica de “Il Messaggero”, la Voce dell’Umbria, del 18 agosto 2009, per la seconda volta in pochi giorni, una nota a firma Maria Prodi, Assessore regionale all’Istruzione, che lamenta “…la forte preoccupazione per la situazione di incertezza e di difficoltà che caratterizza la prossima apertura della scuola in Umbria”. E, di seguito: “Tagli fatti con l’accetta che non tengono conto della continuità didattica e formativa e che avranno ripercussioni gravissime sull’intero sistema dell’istruzione regionale e sulle famiglie umbre”. Ma che pensava Maria Prodi quando all’esterno di Palazzo Giustiniani una folla di assistenti, bidelli, personale tecnico, studenti e famiglie pregavano che non si prendessero decisioni che avrebbero avuto, per dirla con le sue stesse parole, “ripercussioni gravissime sull’intero sistema dell’istruzione regionale e sulle famiglie umbre?” "Fra i tanti lavoratori che si ritroveranno ad affrontare la gestione famigliare senza uno stipendio o, nella migliore delle ipotesi, con uno stipendio in meno, - è la conclusione - il sospetto, neppure tanto vago, che si tratti d’ipocrisia politica è lecito, perché ad alimentarlo ci sono le prossime consultazioni regionali, perché è evidente il tentativo maldestro di ricostruire un’immagine compromessa, perché è concreto il calcolo di far cadere nell’oblio errori imperdonabili, perché suona posticcio il ricorso melenso al solito scaricabarile. Peccato! S’è persa miseramente un’eccellente occasione di farsi carico delle proprie responsabilità. Tuttavia, non è il caso di farsi illusioni: nessuno dei beneficiati dall’oculatezza di certi amministratori perderà la memoria al momento opportuno". Condividi