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NORCIA - Domani, domenica, alle 21, presso l’auditorium di San Francesco, si terrà la presentazione del volume: “Oltre il 90°, la storia di Flavio Falzetti tornato al calcio dopo 35 cicli di chemioterapia”. All’incontro, voluto e promosso dall’amministrazione comunale e inserito tra le iniziative culturali e didattiche di “Oro Norcia - Estate 2009”, è invitata l’intera cittadinanza e in particolare tutti i gruppi sportivi locali. Vi prenderà parte lo stesso sindaco Gian Paolo Stefanelli e gli assessori comunali alla cultura e allo sport, rispettivamente Franco Mirri e Federico Cecchini, ma anche lo stesso autore del libro Flavio Falzetti, il giornalista curatore del volume Francesco Caremani, l’attore Mario De Candia, l’editore Luca Turolla e gli ematologi Nando Scarpelli e F. Falzetti. Il libro, scritto a quattro mani con una delle migliori penne della letteratura sportiva, il giornalista Caremani, racconta la storia di Flavio, nato a Norcia nel 1972. A quattordici anni gioca a calcio in Interregionale con lo Spoleto, per poi iniziare una lunga e proficua carriera con Gubbio, Camerino, Urbino, Monturanese, Taranto, Civitanovese ed Elpidiense. La vita gli sorride e concrete appaiono le prospettive per affermarsi come calciatore. Nel ‘95 comincia ad accusare qualche disturbo fisico. Le analisi di routine non accertano niente di grave e lui per primo non dà importanza a certi sintomi. Nel gennaio del ‘98, però, durante l’incontro Riccione-Monturanese deve lasciare il campo a causa di uno svenimento e da allora cominciano i guai seri. Gli ultimi dieci anni sono stati cadenzati dalla malattia, un linfoma, la “Bestia” come la chiama lui, che sembra non voler guarire. Flavio ha sempre avuto la forza di reagire, di credere nella vita. Non si è mai arreso, neppure un istante, vincendo battaglie che sembravano perse in partenza. Il suo scopo, oggi, è quello di divulgare la sua drammatica esperienza per aiutare gli altri a non mollare mai, in nessun caso. E per affermare, a chiare note, che la speranza deve essere l’ultima a morire. “Vorrei che questo libro – afferma lo stesso autore del volume - rappresentasse una mano tesa per chi come me ha il cancro, una mano da stringere nei momenti più difficili, quando pensi di non farcela più, quando la chemio ti scende nelle vene, quando ti cadono i capelli, quando la Bestia cerca di umiliarti, quando tutto questo ti fa vergognare, quando hai paura e nessuno a cui raccontarla, quando non riconosci l’odore della tua pelle, quando pensi ‘Perché proprio a me?’. Perché nessuno rimanga solo con la malattia e i propri incubi”. Nel raccontarsi, Flavio non trascura nessun dettaglio: dalla scoperta della ghiandola sospetta, alla paura di una sentenza di conferma della malattia, all’alternanza di cure riuscite e non, al coinvolgimento affettivo con altri malati. Tutto viene toccato con assoluta dignità. Un racconto lineare, con picchi ad alto impatto emozionale. Al di là del messaggio di speranza rivolto a tutti i malati, il libro pone anche l’accento sulle attuali carenze del mondo del calcio e lancia un appello affinché vi sia una maggior tutela per i giocatori dilettanti per i quali, al momento, è prevista un’assicurazione per gli infortuni, ma non per le malattie oncoematologiche e per quelle invalidanti. Il libro è inoltre un inno allo sport nei suoi valori più sani e profondi e al calcio come contenitore di ideali e di passioni che possono valere una vita: dalla lealtà alla voglia di lottare, anche quando sei in direzione ostinata e contraria e davanti a te c’è una Bestia. Condividi