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di Enrico Bastioli La vicenda relativa al depuratore di Bettona, e la conseguente inchiesta “laguna de cerdos”, si arricchisce di giorno in giorno di ulteriori particolari che gettano più di un’ombra non solo circa le modalità ti smaltimento dei 350 mila metri cubi annui di reflui, ma anche sull’operato di tutti quegli enti che a vario titolo hanno compiti di indirizzo e controllo. Non possiamo quindi che auspicare un preciso e puntuale accertamento delle responsabilità ed una fattiva collaborazione con la magistratura da parte di tutti i soggetti coinvolti. Ma sullo sfondo, siamo di fronte ad un disastro ambientale che colpisce in primo luogo la popolazione e che richiede un deciso cambio di passo da parte della politica che invece, in larga parte, si sta affrettando a prendere le difese dell’uno o dell’altro o a proporre le solite “task force” e commissioni d’inchiesta. Si continua insomma con la solita propaganda, evitando accuratamente di affrontare i nodi reali della questione. Dal punto di vista politico, non possiamo innanzitutto che esprimere forte rammarico per le divisioni con cui la coalizione di centro-sinistra si è presentata alle ultime elezioni comunali di Bettona; con un maggior senso di responsabilità, saremmo noi, oggi, a determinare le scelte ambientali di quel territorio. Sul versante strettamente normativo, sarebbe importante che intanto il Comune di Bettona attivasse l’iter per l’acquisizione della ‘certificazione ambientale’, sottoponendosi così obbligatoriamente ad adempimenti e controlli sistematici. Ma la politica è tale solo se è in grado di proporre idee e modelli forti conciliando, anche normativamente, interesse pubblico inteso come salvaguardia della salute e sviluppo del territorio dal punto di vista economico. Urge dunque una seria riflessione sulle vocazioni e sulle prospettive dei territori, su cosa, come e quanto produrre, su come disarticolare gli interessi di chi produce e di chi smaltisce, e su come questi possano in un percorso virtuoso riconnettersi con le esigenze delle comunità. Occorre, oggi più che mai, intraprendere un paziente lavoro di approfondimento e partecipazione, unico modo per uscire dalle annose contraddizioni di una parte del nostro sistema produttivo. A tal proposito condividiamo e sosteniamo la posizione dei gruppi consiliari di minoranza al Comune di Bettona che dicono no ad una nuova laguna, bonifica di quella vecchia e diminuzione dei capi allevati. Condividi