GUBBIO - Resoconto questa mattina della prosecuzione del lavoro di scavo effettuato nell’area della Guastuglia, condotto dal 29 giugno da una trentina di studenti del Corso di Laurea in Scienze dei Beni Archeologici dell’Università, in collaborazione con Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, rappresentata in conferenza stampa da Luana Cenciaioli e Giuseppe Basciu e Comune di Gubbio, rappresentato dall’assessore Renzo Menichetti. Nuove, affascinanti scoperte ripagano gli sforzi e le indagini sul campo, che l’ateneo perugino conduce dal 2001, sotto la direzione del professor Gian Luca Grassigli.
« E’ venuta pian piano alla luce un’area archeologica di estremo interesse storico e culturale – hanno sottolineato Basciu e Cenciaioli - costituita da un monumentale complesso di natura pubblica-religiosa, il primo edificio di culto urbano di Gubbio finora esplorato estesamente e di cui si presenta una ricostruzione ipotetica basata sul confronto con edifici simili. L’area esplorata, che certamente corrisponde ad un settore nevralgico della città antica, mostra inoltre importanti potenzialità di valenza turistica. »
L’assessore Menichetti ha sottolineato dal canto suo, l’obiettivo di rendere sempre più fruibile alla cittadinanza una parte importante della Gubbio romana, attraverso il ‘parco archeologico’ capace di valorizzare la ‘Guastuglia’, un quartiere che già vanta la presenza di altre aree di interesse storico artistico, come il Teatro Romano, l’Antiquarium e il Mausoleo di Pomponio. Le indagini svolte quest’anno si sono concentrate nell’area del santuario romano e in particolare del portico, al fine di definire la natura e le dimensioni dell’intero complesso architettonico scoperto durante le campagne di scavo degli anni precedenti. I dati ottenuti hanno permesso una maggiore comprensione di tutta l’area indagata, confermando quanto già ipotizzato in precedenza, la presenza di un monumentale complesso pubblico-religioso, la cui fase meglio nota è quella della prima età imperiale (età Giulio-Claudia, inizi I sec. d. C.), costituito dal santuario scoperto negli anni precedenti, di cui restano le strutture di fondazione, e da un portico che quest’anno si è finito di portare alla luce.
La divinità a cui il tempio era dedicato non è ancora stata individuata, ma è ipotizzare che essa appartenesse alla sfera femminile. E’ venuta alla luce tra l’altro un’imponente struttura fognaria sotterranea, e tracce di piombo lavorato e saldato hanno fatto ipotizzare all’utilizzo di una conduttura acquaria, fistula, per il trasporto delle acque. La stratigrafia del terreno depositatosi all’interno del bacino voltato fa pensare che la struttura fognaria, datata come il tempio al I sec. d.C., sia stata utilizzata per almeno otto secoli per poi essere distrutta in epoca alto medievale. Sabato 8 agosto, per curiosi e appassionati, sarà possibile seguire una visita guidata lungo l’itinerario archeologico della Gubbio Romana, con partenza alle ore 10 dall’Antiquarium nei pressi del Teatro Romano.
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