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di Daniele Bovi Le ordinanze sono uguali (quasi) per tutti. Il 24 ottobre del 2007, il sindaco di Bettona Marcantonini emette un’ordinanza (O.S. 46/07) che prevede la riduzione del 50 per cento dei capi presenti negli allevamenti di pertinenza del depuratore comunale, il divieto di ristallo, il divieto del convogliamento delle acque meteoriche nelle linee di adduzione al depuratore, l’obbligo della consegna dei registri di carico e scarico degli animali e la costruzione di un nuovo invaso per lo stoccaggio dei reflui depurati. Sulla base della suddetta delibera, scrive il pm nell’ordinanza, nel dicembre 2007 Codep per “poter assicurare a pochi ‘eletti’ un’autonomia imprenditoriale” e per “evitare interferenze da parte dei non ‘allineati’”, riduce drasticamente il numero dei soci da 42 a 21. Il problema è che le motivazioni addotte per l’esclusione, come si dice nelle carte, “suscitano perplessità”. Le decisioni infatti non seguono una logica ma si basano esclusivamente su “arbitrari criteri di favoritismo e tutela di interessi di parte”. Una volta fatte le “epurazioni” dentro la Codep, da una successiva verifica dei Nas emerge che molti dei soci non “epurati” non abbiano ottemperato alle disposizioni del sindaco. Ma c’è di più. Il 14 dicembre del 2008, la giunta comunale di Bettona dispone , con l’ordinanza numero 28, l’esclusione dal servizio di alcune aziende ricadenti fuori dal territorio comunale. “Contraddicendosi poi con se stessa”, scrive il pm, l’amministrazione comunale con la delibera numero 57 del 2008, dispone che alcuni degli esclusi potessero rientrare nel piano di ristallo presentato da Codep. Sul fronte poi delle verifiche e degli accertamenti, il pm scrive che il Comune di Bettona, “destinatario per norma delle comunicazioni per le previste preliminari verifiche, non ha mai svolto questo controllo”. Neppure dopo i controlli della polizia giudiziaria del 5 febbraio 2009, quando venne segnalato al sindaco che, “dopo i fatti accertati per l’irregolare utilizzazione agronomica dal parte di Codep del 17 gennaio 2009, nel territorio risultavano altre attività di fertirrigazione, per cui veniva richiesto l’esito degli accertamenti mai forniti ed evidentemente mai svolti”. Condividi