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TERNI - Lo smantellamento delle Omv di Terni, le officine di Trenitalia Cargo specializzate nella manutenzione dei carri merce e delle ferrocisterne, è una “scelta politica”. Lo hanno detto chiaramente stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Cgil di Terni, i rappresentanti dei sindacati di settore, Marco Bizzarri (Filt-Cgil), Gianni Martifagni (Fit-Cisl), Mario Cellini (Orsa), Cristian Mancinelli (Fast) e Giulio Petti (Uil Trasporti). “La situazione delle Omv sta degenerando, siamo allo smantellamento dell'impianto, ma la chiusura non ha alcuna giustificazione logica e sono i numeri a dimostrarlo. L'impianto di Terni – hanno detto i sindacati - con una produzione di oltre 300 carri al mese, è sempre stato in attivo e ha dimostrato con i fatti grande affidabilità ed efficienza. Ora lo si chiude per spostare tutto a Livorno dove però bisogna ripartire da zero, con investimenti costosi a spese degli italiani. Tutto ciò – hanno concluso i sindacati - non ha alcun senso”. Inoltre, lo smantellamento delle Omv ternane avrà, secondo i sindacati, ripercussioni serie anche su due aziende fondamentali del territorio come Ast e Basell, che d'ora in poi saranno costrette a spedire i propri carri a centinaia di chilometri per la manutenzione e le riparazioni. La Filt Cgil ha calcolato che per la Basell questo comporterà un costo aggiuntivo di circa 400 euro, nella migliore delle ipotesi, per ogni ferrocisterna da sottoporre a manutenzione. “Un danno economico che potrebbe nel lungo periodo comportare scelte dannose per il territorio”, hanno osservato i sindacati. Poi ci sono i costi per Trenitalia, l'usura dei locomotori, i costi del personale che deve coprire le tratte, il costo della tratta stessa, l'usura dei carri, la composizione e scomposizione dei convogli: per una percorrenza media circa 2-3mila euro in più. E poi c'è la partita della sicurezza. “Dopo Viareggio si sono spese tante parole in questo senso – hanno osservato ancora i sindacati – ma poi vediamo che i fatti vanno nella direzione opposta, visto che si decide di chiudere un'officina efficiente e produttiva come quella di Terni. Al contrario, mai come oggi c'è bisogno di un'officina che ripari, controlli e certifichi le ferrocisterne che circolano sulla rete nazionale”. Insomma, quella di chiudere le Omv di Terni “sarebbe una scelta scellerata”. Anche perchè decreterebbe un ulteriore impoverimento della rete ferroviaria umbra, già tagliata fuori dalle grandi direttrici e dall'alta velocità. Ma i sindacati ribadiscono anche che non bisogna “vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso”. Per loro quella della chiusura dell'impianto ternano resta una “proposta”, sulla quale bisognerà ancora discutere. “Ma visto che la scelta appare chiaramente dettata da interessi politici – hanno aggiunto le 5 sigle sindacali – devono essere il Comune di Terni e la Regione a farsi sentire per difendere gli interessi non solo dei lavoratori ma di tutto il territorio”. Condividi