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MANTOVANI. Presidente, colleghi Consiglieri, dopo due anni di lavoro che hanno portato la Giunta regionale dell’Umbria a presentare uno schema di protocollo d'intesa tra tutti i vari soggetti interessati – Regione, Provincia, A.S.L., ARPA, Comuni di riferimento - uno schema presentato e varato dalla Giunta il 3 settembre 2008, finalmente, per iniziativa certamente dei Consiglieri di Centrodestra, con questa mozione, poi superata da un ordine del giorno, si va un po’ più in profondità sugli argomenti, si lancia una linea ben definita per quanto riguarda la coniugazione tra la necessità di mantenere comunque delle attività produttive e un miglioramento sostanziale di una situazione ambientale che per chi ci vive, e io vivo in quel territorio, dura ormai da molto tempo. La distinzione che il Consigliere Dottorini vuol fare tra i diversi modi di vedere del Centrodestra e del Centrosinistra in materia ambientale è assolutamente fuori luogo, ma questo, naturalmente, fa parte di un’impostazione e di una visione che merita rispetto. Quello che non posso far passare, Consigliere Dottorini, è quanto lei ha ipotizzato circa la regolarità dei controlli specificando, anche se non ha fatto nome e cognome, l’identità del soggetto. Questo non è possibile. Perché se lei avesse avuto dubbi in proposito, avrebbe dovuto avere anche il dovere etico di richiedere ulteriori controlli, magari da parte di soggetti diversi, per verificare se quanto lei ha affermato o comunque ventilato rispondesse a verità. Questo, Consigliere Dottorini, lo considero una grave colpevolezza da parte sua… (Intervento fuori microfono del Consigliere Dottorini: “Ho fatto un’interrogazione su questo fatto”) E d’altra parte mi permetto di dire, Consigliere Dottorini, che non è un caso se certi partiti non sono rappresentati più in Parlamento, visto che, probabilmente, non sono al passo con la storia. …Ma non è un caso perché siete fuori dal mondo. Consigliere Dottorini, ma lei dieci anni, quindici, venti anni fa dove stava? Sulle condizioni di quel territorio? O chi per lei. Ma dove stava? Allora io credo che con le indicazioni, ulteriormente definite dall’ordine del giorno che superano, quindi, il dispositivo della mozione, si possano coniugare le attività economiche con un miglioramento sostanziale della qualità ambientale, visto che comunque le acque che usciranno, Consigliere Dottorini, avranno un contenuto inferiore ai 200 milligrammi per litro di azoto. Sussiste il problema dei controlli tanto nella realizzazione dell’impianto quanto nel funzionamento dell’impianto da parte non della Codep, che evidentemente non può essere controllore e controllato, ma già lo schema di protocollo definisce chiaramente chi deve fare i controlli, e i controllori sono tutti soggetti istituzionali. In più, il documento, l’ordine del giorno presentato fa partecipare, giustamente, cittadini e comitati sulla veridicità dei processi e sulla obiettività delle cifre, perché parliamo di produzione di acque che possono avere anche un riutilizzo: si parla di 200 mila metri cubi di acqua all’anno per quanto riguarda l’irrigazione. Allora dov’è il problema? Anche perché, diciamolo pure, questo investimento da chi viene fatto? Viene fatto dal settore privato, quindi non è che dal punto di vista pubblico ci andiamo a dissanguare per realizzare quest’opera. Ma la cosa singolare è quando lei parla di cultura. Ma, Consigliere Dottorini, noi siamo l’Umbria e io che sono di Bastia in fatto di allevamenti ai bettonesi abbiamo insegnato noi la produzione e il mercato delle carni, tutte. Tutte. Lo stesso Goethe, nel suo Viaggio in Italia, salendo verso Perugia, notò l’incredibile per lui fila di persone che con i maiali accedevano al centro storico, le risulta questo? Allora vogliamo parlare di cultura? E quando lei parla di una produzione che poi necessariamente viene inviata altrove per la confezione finale - credo che questo sia condiviso anche da Consiglieri del PD - allora cerchiamo di favorire il compimento della filiera, perché nell’identità umbra è compreso non solo l’ambiente, ma anche la sua enogastronomia e lei sa bene che la “cultura del maiale”, se la vogliamo chiamare così, è uno degli elementi caratteristici della nostra identità culturale, piaccia o con piaccia. Semmai il problema è come mai noi che produciamo e che abbiamo sulle nostre spalle anche tutto il problema che chi abita a Bastia come me quando spira il vento da sud sente benissimo gli effetti degli allevamenti di Costano, frazione di Bastia, etc. etc., per cui è un problema che interessa tutti. Siccome nel protocollo sono contenuti anche per quanto riguarda le stalle determinati interventi, io credo che siamo di fronte, finalmente, dopo tanti anni, troppi anni, a una sistemazione della situazione che coniughi le attività economiche con la vivibilità, a meno che non ci sia un retropensiero, ma è una scelta e bisogna dirlo che non si vogliono più a nessun costo gli allevamenti suinicoli, che ci debba essere una riconversione, ma su questo il Comune di Bettona si è già impegnato, tant’è che per sua iniziativa gli 80 mila capi di qualche anno fa li ha ridotti di gran lunga, come lei sa. Allora credo che tutti insieme, andando verso questa soluzione, uniamo due cose che certamente, soprattutto in tempi di crisi come questi, non siano affatto dannose per la nostra storia, per la nostra identità, per la nostra economia e per la nostra vivibilità. Condividi