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DOTTORINI. Presidente, Colleghi, la mozione presentata dai colleghi del Centrodestra, che oggi viene ritirata, trattava di un tema che ci portiamo dietro ormai da molto tempo e al quale sembra non si riesca a dare una risposta concreta ed efficace, una risposta che i cittadini di Bettona chiedono da anni e che soprattutto li rassicuri sul proprio futuro e sulla tutela ambientale ed economica del territorio in cui vivono. Il problema, in realtà, è più complesso e ci rimanda all’analisi delle strategie di sviluppo di una Regione come l’Umbria che - non ci stancheremo mai di ripeterlo - deve puntare su uno sviluppo sostenibile, duraturo e non imitabile per rendere credibile e coerente la propria immagine nel mondo in un contesto di delocalizzazioni produttive sempre più aggressive e di competitività che quando si basano sul prezzo e sulla quantità risultano perdenti in partenza. In questo contesto il regime di soccida, che ha caratterizzato nella gran parte gli allevamenti in questi anni, è quanto di più arretrato e sconveniente un territorio possa desiderare e non solo dal punto di vista ambientale dal momento che stimola una economia subalterna in cui al soccidario viene richiesta poco più che la prestazione d’opera. È un’economia debole quella che punta sulla quantità, invece che sulla qualità e sulla certificazione, quella che non elabora strategie, che non lega le produzioni al territorio e alla sua cultura. Accettare di fare i terzisti accogliendo decine di migliaia di capi di suini per ingrassarli, smaltirne i reflui, al massimo lavorarli e poi rinviare la produzione alla casa madre, solitamente ubicata fuori Regione, è sintomo di un’arretratezza economica che l’Umbria non può più permettersi. Turismo, agricoltura e attività enogastronomiche sono per l’Umbria un autentico patrimonio da custodire gelosamente facendo sempre molta attenzione a non danneggiarlo e a non compromettere l’enorme potenzialità. Nel caso di Bettona, ma potremmo aggiungere Marsciano e altre terre della nostra Regione, questo è avvenuto in modo sistematico. Un problema che a noi Verdi e civici non giunge nuovo, visto che già in passato abbiamo preso posizione in merito, anche presentando due interrogazioni alla Giunta che purtroppo non hanno mai avuto risposta. Ora, è necessario capire se si vuole continuare ad abusare delle ragioni della popolazione oppure se si vuole finalmente trovare una soluzione reale al problema. A nostro avviso, la mozione presentata dai gruppi di opposizione rappresentava una sorta di presa in giro nei confronti dei cittadini e aveva il solo pregio di palesare le vere intenzioni dell’Amministrazione comunale di Bettona. (Intervento fuori microfono del Consigliere Sebastiani: “Modera le parole! Modera le parole!”) I colleghi del Centrodestra, Consigliere Sebastiani, chiedono di impegnare la Giunta a sottoscrivere immediatamente quello che fino ad oggi è soltanto uno schema di protocollo d'intesa, preadottato dalla Giunta stessa nel settembre 2008. Certamente la chiave di lettura di quel protocollo non può essere data dal progetto predisposto dal Comune di Bettona, che prevede di realizzare un impianto a biomasse, progetto che risulta sia da un documento del Comune stesso che dalle dichiarazioni del Vice Sindaco Bazzoffia. Ricordando che l’obiettivo del richiamato protocollo è quello della tutela e della salvaguardia dell’ambiente e della salute nel territorio dei comuni di Bettona, Bastia Umbra e Cannara e la creazione di prospettive certe per la conduzione delle attività di allevamento suinicolo in quel territorio, rendendola compatibile con le altre attività della zona, ci sembra che tale protocollo risulti perlomeno da rivedere, se non superato da quanto prevede per il futuro il Comune di Bettona. Vorrei sottolineare, infatti, che il progetto del Comune retto dal Centrodestra prevede, oltre a un secondo invaso di stoccaggio, anche la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica nel quale si prevede di conferire non solo i reflui zootecnici, ma anche ogni altra sorta di materiali: si va dai reflui di attività olearia agli scarti da mattatoio, dalle biomasse vegetali ai suini morti e triturati, dai residui delle aziende enologiche alla frazione organica dei rifiuti solidi urbani fino al conferimento di rifiuti provenienti dal ritiro di alimenti scaduti. A questo punto, qualcuno dovrebbe spiegarci qual è l’obiettivo finale e in quale contesto e strategia viene collocato il progetto del Comune. I cittadini hanno bisogno di chiarezza. Si vuole veramente porre rimedio a una situazione che ormai da troppo tempo mette a rischio il patrimonio ambientale, economico e turistico di un territorio, che provoca l’inquinamento di un’intera area della nostra Regione a causa, ad esempio, dei continui sversamenti nel fiume Chiascio? Oppure si vuole lavorare per fare di quest’area già martoriata un centro di smaltimento di ogni tipo di rifiuti? Il sospetto che l’obiettivo reale sia il secondo è confermato anche da quanto ha affermato il Vice Sindaco di Bettona che, difendendo il progetto dell’impianto a biomasse, ha addirittura promesso che fra i benefici derivanti dalla realizzazione dell’impianto ci sarebbe l’abolizione della tassa sui rifiuti. Il protocollo, tra l’altro, pur presentando aspetti positivi e condivisibili, come quello di incentivare la valorizzazione di un prodotto di qualità in filiera corta, presenta ancora degli aspetti molto discutibili: in primo luogo, perché prevede un numero di suini decisamente troppo elevato, 50 mila, di cui ben 40 mila delle aziende socie Codep; in secondo luogo, perché si prevede di continuare ad affidare la gestione dell’impianto, nonché il suo adeguamento e aggiornamento, proprio alla società Codep, vale a dire la stessa società che per anni non ha saputo garantire il rispetto minimo delle garanzie poste a salvaguardia della salute dei cittadini e della tutela ambientale. A dirlo sono i fatti, non noi. D’altronde, anche nelle premesse stesse del protocollo che si vorrebbe far sottoscrivere viene riconosciuto il cattivo funzionamento dell’impianto e viene descritta una situazione ormai compromessa. La mancanza di chiarezza e trasparenza ha raggiunto livelli paradossali, se solo si pensa alla situazione che i Verdi e civici hanno già denunciato con un’interrogazione presentata all’Assessore Bottini nel marzo scorso, relativa alla contrapposizione tra le diverse sezioni della stessa Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Vorrei ricordare che l’ARPA territoriale ha sempre fornito dati rassicuranti riguardo alla situazione ambientale di Bettona e dintorni, ma le centraline dell’ARPA provinciale hanno invece registrato una serie di anomalie e allarmi ambientali, che hanno indotto l’agenzia stessa a una missiva con la quale si sottolineano anomalie ambientali registrate dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’acqua e attribuibili, con ogni probabilità, a consistenti sversamenti di liquami di origine zootecnica. Il fatto che la posizione del responsabile territoriale dell’ARPA, tra l’altro Consigliere comunale del Centrodestra, sia in così palese contrasto con quanto afferma il Direttore del Dipartimento provinciale di Perugia induce a qualche riflessione sull’affidabilità e sull’efficacia dei controlli. Con la nostra interrogazione abbiamo chiesto con fermezza che si facesse luce su una situazione che da anni mette in serio pericolo la salute dei cittadini di Bettona e dei comuni limitrofi interessati dai continui sversamenti di liquami. Abbiamo inoltre chiesto all’Assessore Bottini che la Regione attivasse da subito un tavolo tecnico – composto da ARPA, A.S.L., Provincia di Perugia, Comuni di Bettona, Torgiano, Bastia, Cannara, Codep, Comitato per la tutela dell’ambiente di Bettona e dalla Regione stessa – per cercare di risolvere la situazione della laguna di Bettona una volta per tutte e dare soluzione al palese conflitto di interessi che vede la Codep impegnata sia nella veste del controllare gestore dell’impianto di depurazione che nella veste di controllato produttore di reflui zootecnici per il depuratore. Per quanto ci riguarda, quindi, riteniamo che sarebbe stata da respingere la mozione presentata dal Centrodestra e ribadiamo che occorre una maggiore regolamentazione del numero dei capi suini, individuando un limite molto inferiore ai 50 mila capi previsti dal protocollo; una decisione inequivocabile che escluda l’ipotesi di realizzazione di un secondo invaso per i liquami, la scelta di escludere in maniera decisa la possibilità di trasformare l’impianto di trattamento dei reflui in un impianto a biomasse, così come prospettato dal Comune di Bettona, la necessità di individuare un soggetto diverso dalla Codep per la gestione dell’impianto di trattamento, il tutto inaugurando una stagione nuova che preveda processi trasparenti e coinvolgimento diretto di cittadini e comitati nella ricerca di strategia sostenibili e nel controllo dell’operato di chi gestirà possibili impianti. I cittadini di Bettona e dei comuni limitrofi hanno diritto a una risposta e a delle soluzioni efficaci e trasparenti. Per questo crediamo che occorra fermare tutto e fare una valutazione seria sul territorio affidata a soggetti tecnici che tenga conto dell’interesse generale della collettività e non di presunti business, che avranno ricadute gravi sulla popolazione e sull’ambiente. Ora, l’ordine del giorno che prevede il ritiro della mozione e che viene presentato fa dei passi in avanti, introduce degli elementi nuovi, ma non risolve i nodi centrali. Io penso che ci sia tra il Centrodestra e il Centrosinistra una visione diversa di come risolvere questo problema. Questa mozione che è frutto di un accordo con il Centrodestra ritengo che lasci aperte le strade a tutte le possibili soluzioni, mentre invece è arrivato il momento di decidere. Grazie. Condividi