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di Daniele Bovi Emerge il più classico sottobosco del potere, fatto di intrecci tra politica e affari, dall’ordinanza relativa allo scandalo di Bettona firmata dal pm Matteini e che ha portato 11 persone in carcere, sei ai domiciliari e quasi cento persone denunciate. Uno dei protagonisti assoluti di questo sottobosco, secondo la ricostruzione del pm, è Rinaldo Polinori, uno dei maggiori industriali suinicoli di Bettona e che assume, nel quadro investigativo, il ruolo di vero e proprio “regista e promotore” delle attività illecite della Codep. Tanto per far capire il peso dell’imprenditore, nell’ordinanza si dice che “solo alla sua persona erano riferibili, fino a pochissimo tempo da, quasi il 60 per cento dei capi allevati recapitanti all’impianto Codep”. Polinori, fino a due giorni fa in vacanza in Corsica, si è consegnato ieri alle forze dell’ordine. A lui sono dedicate ben nove delle cento pagine dell’ordinanza. Se il dettagliatissimo quadro accusatorio si rivelerà corretto, ne uscirebbe con il volto sfregiato una pubblica amministrazione supina ai voleri del potentato economico della zona. “Reverenzialità” dice l’ordinanza: sarebbe stato questo l’atteggiamento della pubblica amministrazione nei confronti di Polinori. “Polinori – si dice nel documento – è in grado di curare il proprio interesse grazie al suo peso imprenditoriale che gli fa godere anche di un consolidato rispetto e reverenzialità da parte della pubblica amministrazione, nella quale ha ampiamente dimostrato di avere capacità di ingerenza, derivante esclusivamente dall’avere un enorme peso economico e non da una correttezza e trasparenza imprenditoriale”. Particolarmente “ossequioso” nei suoi confronti si mostrava il funzionario dell’Arpa di Bastia Antonio Bagnetti (da ieri ex assessore all’Ambiente della giunta Ansideri), che non contestava episodi di sversamenti accertati ma anzi, queste “gentilezze” vengono dichiarate perché ne venga tenuto conto: “Se non c’erano loro – dice Bagnetti alla sorella di Polinori in un passaggio di una intercettazione – le cose sarebbero andate diversamente”. Ad ulteriore dimostrazione di quella che l’ordinanza chiama “capacità di ingerenza” nella pubblica amministrazione, vale quest’episodio. Un intervento dei carabinieri del Noe presso l’allevamento di Mencarelli Massimo aveva complicato un po’ di cose. Così, si dice nell’ordinanza, “il Polinori non solo ha ottenuto ingiustificatamente l’emissione della Delibera della giunta comunale 168/08, ma addirittura è riuscito ad averla disponibile prima della pubblicazione perché venisse utilizzata dal legale per chiedere un immediato e tempestivo dissequestro e poter continuare a far operare le aziende di sue interesse (Mencarelli e Gallina)”. Condividi