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di Daniele Bovi “Per prima cosa bisogna pensare a chi siamo, poi a costruire un progetto, poi a elaborare un programma elettorale e solo alla fine alle alleanze”. La pensa così il candidato alla segreteria regionale del Pd Valerio Marinelli, che questa mattina ha ufficializzato la sua candidatura (sponda Marino) con una conferenza stampa nella sede regionale del Partito democratico. Marinelli ha messo "l'ascolto e la partecipazione" degli iscritti e dei cittadini come "punto d'identità" della sua azione politica, per "riconnettere culturalmente il Pd alla società ed allargare quindi la base del partito". Marinelli e la sua mozione dicono "basta ad un atteggiamento oracolare della politica nei confronti dei cittadini, ed anche a tecnicismi e politicismi oligarchici". Tra i punti cardine della mozione Marino, "validi anche per l'Umbria", Marinelli ha elencato l'estensione dei diritti di cittadinanza, una nuova concezione dello sviluppo, una regia che metta a rete le vocazioni dei singoli territori. Sulla crisi della rappresentanza, Marinelli si è detto "certo che anche in Umbria non basti più collegarsi alle istanze del territorio", ed anche "poco appassionato dai dibattiti sulle alleanze". E a proposito di un nuovo modo di fare politica basato su ascolto e partecipazione, il giovane candidato ha annunciato la partenza, dalla metà di agosto, di una campagna di ascolto del territorio e delle istanze dei cittadini: “La gente – he precisato Marinelli – potrà contattarci per suggerimenti e idee ma non saranno loro a venire qui, bensì saremo noi a raggiungerli”. Secondo Marinelli c’è anche bisogno di un rinnovato protagonismo dei circoli che “dovrebbero decidere sulle linee strategiche del partito”, Basta quindi alle “riunioni tra trenta o quaranta persone che decidono tutto” e largo ad un nuovo protagonismo degli iscritti: “Non si può continuare a proporre la solita oligarchia”. La cittadinanza è quindi uno dei punti cardine della mozione e del progetto di Marino, con le persone che debbono essere “al centro dell’azione politica con le loro storie e i loro diritti”. Persone che dovranno vivere “in una società non necessariamente più ricca, ma dove si vive meglio”: Spazio quindi alla “green economy, alla diffusione del benessere sociale, ai servizi per la persona e alla responsabilità sociale dell’impresa”. Condividi