umbria oli1.jpg
di Stefano Vinti, presidente Gruppo regionale Prc-Umbria È proprio il caso di dire che non c’è limite alla decenza da parte del padrone della Umbria Olii nella vicenda della strage avvenuta a Campello sul Clitunno tre anni fa. Se si era potuto tirare un sospiro di sollievo quando venne dichiarata decaduta l’incredibile istanza di risarcimento presentata dall’imprenditore Del Papa nei confronti dei familiari delle vittime e dell’operaio sopravvissuto all’incidente mortale, adesso la vicenda si fa ancora più paradossale e stupisce la tenacia di Del Papa nell’accanirsi contro chi ha perso molto più di lui nell’esplosione dell’impianto. Del Papa è rinviato a giudizio con accuse pesanti e allora non trova nulla di meglio che ricorrere a impensabili furbizie: rinnova la richiesta di risarcimento di 35 milioni euro alle famiglie delle vittime presentandola a nome di una società che si sta occupando della liquidazione di Umbria Olii. Come a dire, se perdo il processo almeno non sarò io a risarcirvi. Un atteggiamnto inaccettabile, arrogante e terribile per l’accanimento che dimostra verso coloro che hanno subito perdite incolmabili quel tragico 25 novembre 2006. Per questo Rifondazione comunista dell’Umbria rinnova la propria vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime, si associa alle preoccupazioni e all’allarme lanciato dalla Cgil per voce del segretario della camera del lavoro di Perugia Mario Bravi e sostiene le iniziative che l’organizzazione metterà in campo nel processo in cui è parte civile perché chi ha sofferto tanto in questa vicenda ottenga finalmente giustizia e chi ha serie responsabilità paghi per le sue colpe e omissioni. Condividi