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Cucco Mosca Club UNPeM Mosca Club Tail Water Tevere Mosca Club Campania Mosca Club Abruzzo FFM Scuola di Pesca a Mosca S.I.M. Scuola Italiana di pesca a Mosca Claudio Carrara Fly Fishing School UPS Unione Pesca Sportiva di Sondrio Fly Club Fiume Nera Trilogy Club Sono state scritte molte inesattezze, ma soprattutto sono state fatte molte congetture ingiustificate e fuorvianti, se non da interessi personali, verso la pesca sportiva in Valnerina che con questo comunicato vogliamo portare alla luce del sole. Molto gravi le ultime affermazioni scritte sulla carta stampata ad opera di Rafting Umbria nella persona del titolare Cristina Innocenzi. E’ bene che dopo queste gravi affermazioni si ponga estrema chiarezza alla situazione attuale che si sta delineando: L’approvazione della Legge Regionale 15/2008 è stata ben ponderata dalle istituzioni che si sono viste assorte profondamente dal lavoro che ha portato alla realizzazione di una legge positiva che tutela il fiume e la stessa Valnerina, consentendo un futuro eco sostenibile sul territorio e così adempiere agli adeguamenti comunitari previsti dalla direttiva Acqua 2000/60 CEE, ma soprattutto a quella Habitat 92/43 CEE ricadendo questi fiumi in zone SIC (Siti di Interesse Comunitario). Come è possibile che, a detta del Rafting Umbria, una legge regionale che tuteli il territorio e l’ambiente nella Valnerina in modo chiaro sia giudicata in modo esplicitamente negativo dalle associazioni sportive, dai consumatori, dal mondo del commercio, e persino dalle associazioni ambientaliste come Wwf ed Italia Nostra! Sarebbe forse il caso di approfondire questa situazione e capire quali sono le motivazioni che adducono queste note figure a giudicare negativamente una legge così importante alla salvaguardia del loro territorio. Altro attacco ingiustificato e che reca ancor più sconcerto è quello portato ripetutamente dal centro Rafting Umbria a Legambiente che in Convenzione con la Provincia di Perugia ha svolto dal 1994, per ben 15 anni con la gestione di 9 chilometri di fiume, un lavoro esemplare, costante, improntato alla rinaturalizzazione e valorizzazione del tratto di fiume Nera e alla gestione eco sostenibile del territorio scegliendo la tecnica della pesca a mosca secondo regole molto rigide scaturite da studi e dati scientifici grazie al costante monitoraggio effettuato anche in collaborazione dell’Università di Perugia, creando anche un notevole indotto di turismo e portando a conoscere la Valnerina agli inglesi, americani, spagnoli e molti altri stranieri che oggi parlano di questo ambiente in modo positivo e lungimirante, oltre che una preziosa offerta di lavoro per gli operatori di gestione residenti nei comuni di Cerreto di Spoleto e Vallo di Nera. Molti sono grati a Legambiente per quello che ha fatto in questi anni di duro lavoro, non solo le scuole di pesca a mosca che con la loro cultura di rispetto ambientale scelgono un territorio che dimostra di protendere verso un’attività di pesca sportiva più consapevole e compatibile con le risorse naturali ormai stremate dagli effetti demolenti dell’antropizzazione e dalla mala gestione in generale delle acque. Molti sono stati i riconoscimenti conferiti a livello nazionale e internazionale, innumerevoli le recensioni sui magazine specializzati, così come gli spazi video televisivi concessi. Veramente discutibile l’accusa verso l’ambiente politico, reo di aver varato una legge fatta su misura per gli interessi di queste associazioni e realtà sociali, spesso senza scopo di lucro e senza finalità di guadagni economici! E’ evidente che dalle dichiarazioni della Signora Cristina Innocenzi, titolare del centro privato Rafting Umbria, questa legge pospone gli interessi dei cittadini umbri a quelli dei forestieri, bada bene, questi ultimi invece di essere ben visti, quali turisti e potenziali sostenitori di uno sviluppo eco sostenibile, vengono equiparati a “padroni dei fiumi umbri” che abusano della tradizionale ospitalità e minano fantomatiche ripercussioni economiche… Questo accorato comunicato deve riportare chiarezza sulla problematica della Valnerina, che temiamo sia stata offuscata da interessi economici del centro privato Rafting Umbria che invece di trovare le giuste soluzioni per il fiume, l’ambiente ed il suo territorio, cerca le soluzioni migliori per vendere “discese turistiche con natanti” per i propri interessi economici. Pensiamo ai tipici fiumi dove viene svolto il rafting, tutti sappiamo che questo sport richiede grandi portate di acqua, con correnti tumultuose che permettono lo svolgimento di uno sport comunemente definito “estremo”. Questa situazione, poco favorevole ai veri hobbisti di questo sport, trovano invece una giustificazione per il centro Rafting Umbria: poter proseguire con la propria attività commerciale di rafting o meglio “discese turistiche” rivolta ad un pubblico inesperto che non conosce le vere condizioni idrogeologiche richieste da questo sport avvincente se praticato nel contesto adeguato. Questa situazione chiarisce anche il perché nel tratto in oggetto la Legge Regionale 15/2008 non è ben vista dal centro Rafting Umbria, unico soggetto che continua a portare avanti imperterrita una campagna strumentale, disinformativa e pretestuosa a solo vantaggio dei propri interessi, senza la minima preoccupazione verso l’ambiente della Valnerina. Condividi