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CASTIGLIONE IN TEVERINA - Si sono svolti questo pomeriggio, nel duomo di Castiglione in Teverina, in provincia di Viterbo, i funerali delle quattro vittime dell'esplosione che il 6 febbraio scorso ha distrutto una fabbrica-deposito di fuochi artificiali. Le bare delle vittime, tutte appartenenti alla famiglia Cignelli, sono state adagiate a terra davanti all'altare. Alle esequie hanno assistito alcune migliaia di persone, la maggior parte delle quali si erano accalcate nel piazzale antistante la chiesa. Al rito hanno preso parte tutti i sindaci del comprensorio della Teverina e di Orvieto con i relativi gonfaloni. Tutti i negozi e gli esercizi commerciali erano chiusi e il centro abitato di Castiglione in Teverina immerso in un silenzio surreale, almeno fino al termina delle esequie quando, all’uscita dalla chiesa, i quattro feretri sono stati salutati dai fuochi d'artificio. Le quattro bare portate a spalla dagli amici di famiglia, hanno attraversato il grande piazzale gremito di folla tra gli applausi. Infine sono state caricate su quattro carri funebri e trasportate nel cimitero del paese. Tra le decine di cuscini di fiori e di corone inviate ai funerali, c'era anche quella del presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi. Altre corone erano state inviate dalle giunte regionali del Lazio e dell'Umbria. Ai funerali ha partecipato anche Giandomenico Cignelli, unico superstite dell'esplosione della fabbrica di fuochi artificiali dove hanno perso la vita i suoi genitori Fiorenzo Cignelli ed Elisabetta Tirinnanzi. Era stato accompagnato al suo paese d'origine a bordo di un'ambulanza del 118 e in carrozzina era stato poi portato nella chiesa. Il giovane, 26 anni, il giorno dell'esplosione aveva riportato ustioni sul 30% del corpo e da allora èricoverato nell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove ha fatto ritorno subito dopo le esequie. Condividi