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''Cortocircuito'': è il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, ad usare questo termine per descrivere quanto sta accadendo tra lui stesso, nella veste di editore della Gazzetta di Foligno, e l'ultraquarantennale direttore del settimanale diocesano folignate, don Germano Mancini. ''Cortocircuito'' è anche il titolo della nota rubrica che lo stesso don Mancini cura sulla prima pagine della Gazzetta, commentando fatti ed eventi, locali e nazionali. Oggi i due, il sacerdote-direttore e l'editore-vescovo, hanno dato conto, con due diversi comunicati, delle motivazioni alle origini del ''cortocircuito''. In mattinata, don Mancini ha diffuso un comunicato intitolato ''Il commiato'', che si apre con la frase: ''nel quarantatreesimo anno di amicizia con i lettori della Gazzetta, è giunto il tempo di dirci addio. Questa è l'ultima volta che firmo, come direttore responsabile, il settimanale fondato da Michele Faloci Pulignani nel 1886''. Il religioso, tra l'altro, aggiunge: ''Accetto le critiche, La disapprovazione è gradita, ma non l'imposizione, soprattutto se proviene dall'editore, che mai deve avere la tentazione di sostituirsi al direttore. Però l'editore ha il potere di allontanare il direttore. Io parto liberamente per difendere la dignità dei miei collaboratori e mia''. Don Mancini sottolinea di aver agito in base ad una ''concezione liberaldemocratica sostenuta, per quanto basta, da un pizzico di sana anarchia che affonda le radici nel personalismo francese''. Conclude ribadendo che ''nel nostro Dna il fatto e' sacro e solo così, nella carta stampata, si sconfigge la concezione di 'destra' o di 'sinistra'''. Nel primo pomeriggio, a stretto giro di posta, la replica del vescovo. Che dice a don Mancini ''un grazie pronunciato con sincerità per la coerenza con cui ha preso atto della distanza che affezionati lettori, come il vescovo, hanno preso dalla Gazzetta, non certo per la lucidità delle analisi, ma per la deriva politica a cui esse, talora, hanno prestato il fianco. Un giornale diocesano - dice monsignor Sigismondi, con un'espressione tratta dall'epistolario di don Primo Mazzolari - non deve guardare né a destra, né a sinistra e nemmeno al centro, ma deve puntare in alto''. Il presule sottolinea che la Gazzetta ''si offre come cantiere aperto della comunità ecclesiale folignate, come laboratorio della fede impegnato ad offrire il punto prospettico cattolico dal quale vedere, illuminare e giudicare tutti gli avvenimenti. Il Vangelo e l'insegnamento della Chiesa forniscono una chiave di lettura intelligente, originale e illuminante delle vicende degli uomini: questo è il binario su cui la Gazzetta è chiamata a continuare la sua corsa. La Gazzetta di Foligno - prosegue Sigismondi - si trova di fronte al bivio del rinnovamento nella continuità. Un settimanale ben scritto e ben disegnato, perché ben pensato: questa è la linea redazionale che l'editore propone, senza imposizioni'', è la conclusione del vescovo di Foligno. Condividi