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PERUGIA - “E' fondamentale che l'Umbria sappia cogliere l'opportunità di colmare alcune lacune, attraverso un impegno concreto della Giunta a sostenere il modello dell'agricoltura biologica e il settore zootecnico non intensivo e di qualità. Solo così saremo in grado di attrarre risorse per incentivare pratiche coerenti con quelle che sono chiamate le 'nuove sfide', cioè azioni mirate a contrastare i mutamenti climatici e a tutelare la qualità delle risorse del territorio”. Con queste parole il capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale, Oliviero Dottorini, interviene in merito alla modifica del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 che verrà presentata in questi giorni e sulla quale si avvierà una fase di trattative con Bruxelles al fine dell'assegnazione di nuovi fondi. “Sarebbe veramente inspiegabile – aggiunge Dottorini – se, di fronte alla richiesta che l'Ue fa alle Regioni di sostenere azioni e modelli a minore impatto ambientale, l'Umbria scegliesse di difendere solamente il settore del tabacco, dimenticandosi invece di un modello agricolo che quelle azioni già pratica come sistema. Non riconoscere un premio congruo al biologico e soprattutto non impegnarsi per predisporre schede giustificative che permettano di difendere politicamente la scelta a sostegno di tale modello agricolo, risulterebbe una colossale beffa. Nel momento in cui tutti siamo chiamati ad elaborare strategie di riconversione eco-sostenibile, sarebbe imperdonabile mettere in atto politiche che di fatto incentivano l’uscita dal biologico, per aderire a misure spot la cui sommatoria, in termini di pagamento, risulterà superiore a quanto previsto per il biologico, ma sicuramente inferiore in termini di beneficio ambientale”. “E' inoltre necessario – continua il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali – prestare una maggiore attenzione al settore zootecnico non intensivo e di qualità, come richiesto anche dal Reg. 74/09. Per questo auspichiamo l'inserimento dei premi per pascoli e prati pascolo e colture foraggere per le aziende biologiche e l'apertura di misure specifiche per tutte le attività zootecniche non considerate e, in particolare, l’allevamento avicolo e l’allevamento apistico. E' quindi fondamentale – conclude il capogruppo regionale dei Verdi e civici – che la Giunta scelga di attuare una seria politica di sviluppo rurale prevedendo degli interventi strategici che riconoscano i dati oggettivi che indicano il modello agricolo biologico come quello maggiormente adatto a raggiungere gli obiettivi di minor impatto ambientale e maggior sostenibilità produttiva che l'Ue richiede”. Condividi