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dal nostro inviato all'Aquila Nicola Bossi Al momento un migliaio di persone si è radunato alla stazione di Paganica, area di partenza della marcia anti G8 dei movimenti no global, anticapitalisti, territoriali e in difesa dell’ambiente. Spiccano su tutte le bandiere di Rifondazione, che ha organizzato decine di pullman che stanno raggiungendo il capoluogo abruzzese. Si aspettano ancora nuovi arrivi da gran parte del Paese e dall’estero. Ma indubbiamente il movimento non è più quello di Genova del 2001. Le divisioni, l’informazione sotto assedio e a anche la militarizzazione dell’Aquila – 14mila agenti – ha di fatto penalizzato il corteo. Inoltre i comitati civici aquilani – in verità una sorta di doposcuola con tanto di campeggio – non hanno aderito alla manifestazione nonostante il corteo incentri gran parte della sua battaglia sulla ricostruzione sociale dell’Aquila come unica grande opera pubblica che il governo deve adottare. Il tragitto sarà di otto chilometri ed il prefetto ha acconsentito che la manifestazione – estremamente pacifica e sindacale più che fricchettona – possa raggiungere il centro dell’Aquila. Su tutto il percorso è dispiegato un immane cordone sanitario delle forze dell’ordine. In particolare nei pressi del cantiere del piano casa del governo che dista un chilometro dal raduno di Paganica. Quattro le tendopoli che saranno toccate dal serpentone di protesta, tre gli elicotteri che sorveglieranno dall’alto. Condividi