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di Daniele Bovi Mentre tutte le luci dei riflettori ieri erano puntate su palazzo dei Priori (dove si riuniva per la prima volta il Consiglio comunale) e il palazzo della Provincia (dove sempre oggi è stato eletto come presidente del Consiglio il socialista Luciano Bacchetta), nelle stanze della Regione si è tenuto un altro summit delicato tra tutti i capigruppo della maggioranza. Assenti solo gli esponenti di Sinistra e Libertà. Sul piatto una partita fondamentale come quella della prossima legge elettorale regionale. Così come messa sul tavolo ieri, si impernia su sette punti fondamentali. Eccoli. LE SETTE LINEE GUIDA Innanzitutto viene confermata l’elezione diretta del Presidente e la possibilità del voto disgiunto. Il numero complessivo dei consiglieri poi sarà pari a 30 oltre al Presidente, confermando quindi lo schema del 30 più uno. Terzo punto: l’assegnazione dei 30 seggi avverrà sulla base di un’unica circoscrizione su base regionale, distinta in due circoscrizioni provinciali. Rispettando il principio demografico, 21 seggi saranno assegnati a Perugia e 9 a Terni. Quarto punto: ogni partito dovrà predisporre una lista provinciale indicando un capolista il quale, oltre a ricevere le sue preferenze, prenderà anche i voti di lista per i quali non è stata espressa preferenza. E proprio su questo punto, in mattinata, si è aperta la discussione. Alcuni vogliono che venga mantenuto questo principio, altri vogliono che vengano assegnati al capolista solo il 50% dei voti non assegnati a nessun candidato. In questo caso, sul quale ora lavoreranno i tecnici della Regione, ci sarebbe una maggiore competitività. Il quinto punto è poi fondamentale: come noto non ci sarà uno sbarramento alto come volevano in origine Pd e Pdl. Alla ripartizione dei seggi infatti, parteciperanno tutti quei partiti che supereranno uno sbarramento del 3% su base regionale. Se questo sbarramento no verrà superato, basterà però essere collegati ad una coalizione che abbia sfondato la quota del 5%. Il sesto punto riguarda poi il premio di maggioranza (che dovrebbe essere pari al 65%), assegnato alla coalizione vincitrice nella circoscrizione regionale e poi assegnato separatamente per ognuna delle due circoscrizioni provinciali. Il settimo e ultimo punto della bozza dice che parteciperanno alla ripartizione dei seggi tutte le liste che hanno superato il 3% e che essi verranno attribuiti nel modo seguente: nelle due circoscrizioni viene attribuito il primo seggio a tutte le liste che ottengono il 2,5% (o più), il resto verrà attribuito con il metodo dei resti. Una proposta di legge dunque maggioritaria ma con un correttivo proporzionale che, negli intenti della maggioranza, dovrebbe garantire il principio di governabilità e quello della rappresentanza dei territori. Comunque sia, la discussione nel centrosinistra rimane aperta su alcuni punti e la partita si giocherà nell’autunno. Condividi