Coro di no alla boutade dell’Altro per l’ingresso di SeL nel Pd. Per Gennaro Migliore, vendoliano e dirigente di SeL, «Come ho già detto su left, penso non si possa prescindere da guardare cosa sta accadendo dentro il Pd e tutta la sinistra italiana. Ma entrare nel Pd non mi sembra un ipotesi ne praticabile ne credibile. Ed è fuori dalla discussione che attraversa SeL, che è un progetto che vuole rilanciare la sinistra in questo paese, quella che parla delle questioni fondamentali. Solo per dirne una, ora sono al gay pride di Roma, e penso alle questioni dei diritti civili e degli omosessuali, che non ha trovato cittadinanza nel Pd».
Ancora più convinto il no di Umberto Guidoni, ex Pdci oggi in SeL, «Penso che sia una solenne sciocchezza. Capisco che uno possa rimanere deluso dai risultati elettorali, ma se pensiamo a cosa abbiamo realizzato in un solo mese di campagna elettorale, e senza mezzi, non dovremmo essere così disfattisti. Sel ha un progetto di società, è in campo. Noi dialoghiamo con il Pd su tutti i temi, ma autonomamente ».
Anche per il verde Paolo Cento l’ingresso nel Pd non ha senso: «Penso che è un invito assolutamente fuori dalla realtà. Le elezioni europee ci hanno consegnato la crisi del bipolarismo e la fine dell’ipotesi del bipartitismo. Bisogna tornare a ragionare sulle alleanze e sulle coalizioni e non sui partiti unici».
È proprio la rassegnazione al bipolarismo il perno della proposta de l’Altro. Diagnosi che non condivide essenzialmente nessuno.
Per Migliore «C’è chi pensa che la partita del bipartitismo sia chiusa e quindi bisogna andare entrare nel Pd. Io non ci credo, siamo in una dimensione politica europea e non americana, il problema non è ridurre ulteriormente le forze politiche, ma cercare di far partecipare più persone al voto e alla politica. La cosa che più non mi convince del bipartitismo è l’aumento crescente della distanza tra le persone e la politica».
Ne è convinto anche Guidoni che invece di sciogliere Sel rilancia «Penso che fare politica sul serio è identificare un progetto di società. Dilaniarsi in un gioco al massacro tra membri del ceto politico è sbagliato, un errore che non possiamo più commettere. Io penso anzi che dovremmo partire con il tesseramento di Sel, che può essere anche un doppio tesseramento all’inizio, per dimostrare che siamo gente seria, che da seguito agli impegni. Anche perché dobbiamo ricostruire una presenza reale nel paese. La crisi è qui e bisognerà risolvere problemi veri, come la disoccupazione crescente. Io al bipartitismo non mi rassegno affatto. È falso e artificioso, figlio di una legge elettorale universalmente definita una porcata. E poi in Europa il bipartitismo non c’è».
Egualmente convinto il verde Cento: «Anche il bipolarismo all’italiana è in difficoltà. Prova ne sia che il 10% degli elettori è fuori dalla rappresentanza. E poi vista la difficoltà della convivenza tra, per esempio, la Binetti e Livia Turco, mi sembra impossibile e velleitario pensare che Vendola o la Francescato possano coesistere con i Teodem».
Giovedì
09/07/09
12:10