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A parole tutti negano di volere un congresso fondato sullo scontro. Ma nessuno è disposto a fare sconti agli avversari ed il clima nel Pd si fa sempre più da resa dei conti. ''Nessuno ha intenzione di fare la guerra a D'Alema ma purtroppo il suo tono è sconcertante'', è l'altolà che l'ex segretario Ds Piero Fassino, schierato con Dario Franceschini, rivolge all'ex presidente, ieri molto critico verso il segretario Pd. E se il terzo candidato, Ignazio Marino, si tiene fuori dalla mischia, cresce il malessere di molti che nel Pd ancora non hanno scelto con chi stare ma già temono mesi di deriva interna. Senza giri di parole, Massimo D'Alema, davanti alla platea della festa del Pd, ha ricambiato, a dieci giorni distanza, l'affondo di Franceschini contro i rischi di consegnare il partito ''a chi c'era molto prima''. Parole che sono suonate di aperta sfida al segretario, impegnato a definire la sua piattaforma congressuale che, a quanto si apprende, sarà presentata verso il 15 luglio a Roma. E che al tempo stesso, evidenzia il veltroniano Giorgio Tonini, ''sono la conferma dei timori, ipotizzati da Franceschini, che ci sia una parte che vuole tornare al passato, a coalizioni decise a tavolino e a partiti proprietà degli iscritti''. Tocca a Piero Fassino esibire le sue doti di mediatore per cercare di calmare acque già molto agitate nel partito. Ma soprattutto difendere il segretario-candidato, rivolgendosi per nome all'ex compagno. ''L'azione del segretario del Pd andrebbe valutata con maggiore equilibrio e generosità visto che ha guidato per quattro mesi con grande determinazione un partito in crisi'', avverte il coordinatore della 'mozione Franceschini', invitando a recuperare ''toni civili e rispettosi dell'opinione di ciascuno''. Inviti che però non vengono granché raccolti né dall'una né dall'altra parte. ''E' stato Franceschini - ribatte a muso duro il dalemiano Roberto Gualtieri - ad avviare una discussione astratta ed incomprensibile sul vecchio e sul nuovo. E' tempo di cambiare costruendo finalmente una grande forza riformista e popolare e gli iscritti e elettori del Pd sapranno farlo''. Fedele al profilo annunciato, si tiene, invece, per ora fuori dallo scontro Ignazio Marino, forse l'ultimo candidato alla corsa congressuale a meno che domani gli ecologisti del Pd non decideranno di far scendere in campo il proprio uomo. E per accreditare ancora di più l'immagine di sfidante ''fuori dagli apparati'' oggi Goffredo Bettini, sponsor della candidatura del chirurgo, si fa ufficialmente da parte. ''Marino riscuote consensi e appare il vero cambiamento'', si compiace l'ex braccio destro di Veltroni, che, annunciando che il suo ''impegno di direzione sul campo finisce qui'', consiglia al senatore di ''costruire la sua squadra in modo aperto respingendo protagonismi di potere di gruppi, correnti e individuali''. Condividi