SPOLETO - Dalla prima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, che risale al 1958, è passato diverso tempo ormai. Da allora l’Italia è molto cambiata.
Ad accelerare il processo di trasformazione hanno certamente contribuito i circa quattro milioni di cittadini immigrati – stando agli ultimi dati della Fondazione ISMU - che popolano il nostro Paese. Ciò che accadeva in una sorta di magico laboratorio a Spoleto tanti anni fa, dove un’offerta culturale molto variegata faceva convivere diverse comunità culturali, linguaggi, sistemi di valori, oggi, in sostanza, avviene comunemente per le strade di Roma o Milano. Tuttavia, come ci riferiscono ogni giorno le pagine dei quotidiani, questo processo di “incorporazione” chiamato integrazione non è esente da conflitti e, malgrado si sia abituati a percepirsi come “fortezza assediata da nemici”, spesso, i prezzi più elevati di tali conflitti sono pagati proprio dai cittadini immigrati.
Le due ricerche che saranno presentate nell’austera cornice del Chiostro di San Nicolò affrontano appunto il tema dell’identità, in riferimento alla compatibilità di identità culturali eterogenee e alla sostenibilità sociale di società sempre più complesse e multiple, interrogando, direttamente, i cittadini immigrati che vivono nel nostro Paese.
La prima indagine, I risultati della prima indagine nazionale sull’integrazione dei cittadini immigrati in Italia, realizzata dall’ISMU in collaborazione con 15 centri di ricerca ha indagato il livello di integrazione della popolazione immigrata: quasi quattro milioni di uomini, donne, bambini che, come ben sappiamo, sono una delle parti più vive della nostra società. Tale indagine rappresenta il primo studio nazionale con il duplice obiettivo da una parte di costruire uno strumento di misurazione dei processi di integrazione dei cittadini immigrati, dall’altra, attraverso l’applicazione di questo strumento di misurazione, di rilevare il livello di integrazione nei diversi contesti locali. Ne emerge un quadro per molti aspetti ricco di sorprese, che mostra quanto quelli di “vicinanza” e di “lontananza” siano da considerare concetti impropri e quanto più riduttivi per rappresentare le parti di una società sempre più complessa quale è quella in cui viviamo.
La seconda indagine, Immigrazione, Pubblica amministrazione, consumi: una ricerca in quattordici città italiane, curata dal CENSIS, pone, invece, maggiore attenzione alle cosiddette “zone di interfaccia” analizzando, nello specifico, il sistema dei rapporti tra cittadini immigrati e Pubblica Amministrazione, e, più in generale, quello dell’uso dello spazio e del tempo libero. Se, infatti, da un certo punto di vista, il senso di identità può essere letto anche come sentimento di prossimità allo Stato e partecipazione allo spazio pubblico, questa ricerca offre, sicuramente, molte indicazioni su quale identità si va costruendo per questi nuovi cittadini.
Apre i lavori l’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Umbria: Dott. Damiano Stufara , coordina il Dott. Raffaele Bracalenti, Presidente IPRS.
Intervengono alla presentazione:
Prof. Giancarlo Blangiardo, Professore di demografia presso l’Università di Milano Bicocca;
Prof. Vincenzo Cesareo, Professore presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore
Dott. Roberto Ciampicagigli , Direttore Censis Servizi;
Dott. Giuseppe Roma, Direttore generale del Censis.
Conclude i lavori il Dott. Maurizio Silveri, Direttore Generale Immigrazione del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
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