PERUGIA - “Il pacchetto sicurezza che introduce il reato di clandestinità è diventato legge. Siamo di fronte a vere e proprie norme discriminatorie." Chiama le cose col proprio nome la segretaria regionale del Pd Maria Pia Bruscolotti.
"A parte la paralisi che subirà l’attività giudiziaria poiché il fenomeno ha dimensioni molto ampie nel nostro paese, e a parte che sui giudici di pace graveranno migliaia di nuovi processi – continua la segretaria – ci preoccupa fortemente il progetto xenofobo che l’attuale governo sta portando avanti da un po’ di tempo e che ora si palesa in modo evidente. E’ impensabile considerare reato la condizione di clandestinità. Non si può passare attraverso la negazione dei diritti fondamentali dell’uomo, soprattutto considerando la disperazione che spinge migliaia di persone fuori dai propri paesi con la speranza di trovare condizioni di vita migliori”.
“Non possiamo accettare – prosegue - un provvedimento come questo che non condanna il reato ma la persona. E’ forse colpa dell’immigrato se è costretto a lavorare in nero perché è privo di contratto regolare? Sappiamo quanti imprenditori e privati guadagnino dallo sfruttamento di manodopera a basso costo che ha permesso l’arricchimento di alcuni. Molti dei quali ora gridano contro lo straniero. Il Governo ancora una volta fa proclami che non hanno nulla di concreto perché non è certo questo il modo per superare il problema della sicurezza, mortificando di fatto le persone e costringendole alla invisibilità. E’ solo una propaganda elettorale, un’operazione di facciata tesa ad aumentare la percezione di insicurezza. Un provvedimento ad effetto nel tentativo da parte di Berlusconi di recuperare il proprio consenso che va sgretolandosi progressivamente.
La verità è che un uomo o una donna, perché è di persone che parliamo, in stato di clandestinità, dovrà essere denunciato alle autorità giudiziarie, dovrà pagare un’ammenda fino a 10mila euro (dove li troverà non si sa dato che in molti arrivano in Italia perché in condizioni di estrema miseria) e dovrà essere espulso dall’Italia entro 180 giorni. Poi chi si vuole mettere in regola avrebbe 8 giorni di tempo. Come se il nostro apparato burocratico fosse così virtuoso da permettere tempi celeri. Più che dare soluzioni questo provvedimento creerà problemi ed ostacoli di varia natura.
Invece di continuare ad alimentare la paura dell’altro, del diverso, dello straniero, il governo avrebbe potuto pensare a maggiori risorse da destinare alle forze dell'ordine per consentire loro di intervenire in maniera efficace.
Il Pd su questo terreno sta elaborando proposte più significative e inclusive perchè la strada maestra per garantire maggiore sicurezza ai cittadini è quella di un vero piano di integrazione per gli immigrati capace di incidere sul fronte dell'occupazione, dei diritti e del rispetto delle regole”.
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