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CITTA' DI CASTELLO - “Abbiamo voluto coinvolgere la città nella revisione del Prg, fin dalla fase di indirizzo. La partecipazione dimostrata dai presenti conferma che c’è attesa per i criteri che guideranno l’intervento e per come cambierà il tessuto urbano e produttivo con la definizione della variante generale” così il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini commenta la riunione con sindacati, professioni e associazioni di categoria, cui ha partecipato l’architetto Gianluigi Nigro, incaricato dell’intervento sul piano. “I fattori della produzione, la mobilità, i modelli edilizi e la composizione del corpo sociale sono profondamente diversi rispetto a dieci anni fa, quando entrò in vigore l’attuale prg. Dall’esistente emerge una domanda di strumenti flessibili e aderenti alle necessità che cittadini, imprenditori, pubblica amministrazione manifestano. Consapevoli della complessità che oggi riveste governare territorio, abbiamo messo a gara l’incarico e attivato un gruppo di studio che possa lavorare in modo interdisciplinare alla variante. Il professor Nigro conosce il contesto in cui si inserisce Città di Castello per essersi occupato in Umbria di altri prg e si avvarrà di competenze specifiche, tra cui Nomisma per le analisi socioeconomici. Questo - ha concluso il sindaco - è solo il primo di una serie di confronti che l’Amministrazione e lo staff della variante promuoveranno con la città per costruire un piano condiviso e di immediata fruizione. L’incontro prelude alla presentazione del documento di indirizzo che la prossima settimana sarà illustrato al consiglio comunale”. Nel corso della riunione sono emerse molte sollecitazioni da parte dei soggetti presenti: se per i sindacati il piano deve pensare allo sviluppo e alla vivibilità percorsi, per le associazioni legate all’agricoltura il paesaggio e lo sviluppo rurale sono un punto di partenza ineludibile nell’identità cittadina. I rappresentanti degli Ordini professionali (geometri ed ingegneri) con accenti diversi, hanno chiesto misure che incidano sulla forma del piano sul prezzo delle aree, sostenendo la necessità di tipologie abitative nuove, di procedure snelle e tempi rapidi per la variante. Elementi che anche l’associazione dei costruttori ritiene prioritari per chi investe nel territorio. “I piani di tradizione” ha detto Nigro “si concentravano sulla geografia spicciola, trascurando il progetto, che oggi invece appare il prerequisito di ogni intervento. L’idea di città per funzionare però deve essere partecipata e condivisa dai cittadini, affinché in fase attuativa non diventi un’armatura da tollerare o un ostacolo da eludere. La strada da seguire è la valorizzazione delle città, in modo da richiamare investimenti e dare efficienza alla macchina urbana. Nel documento di indirizzo inseriremo i criteri generali: sostenibilità, qualità, equità e rispondenza dei progetti alle politiche di sostegno - Contratto di quartiere, Piano urbano complesso - che a livello regionale o nazionale vengono avanti. Oltre a mettere ordine su quello che c’è la variante dovrà sciogliere i nodi irrisolti utilizzando principi come la perequazione e equilibrando i rapporti tra parte strutturale e operativa,  cioè tra le aspettative dei singoli cittadini e la loro città ”. Condividi