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di Daniele Bovi Dal discorso della calza al discorso della rete. Se quindici anni fa Berlusconi fece la sua discesa in campo con gli ormai leggendari 9 minuti e 24 secondi di discorso alla nazione, oggi Dario Franceschini in 6 minuti e 57 secondi dà l’assalto alla segreteria del Pd in vista del congresso di ottobre parlando al popolo della rete, di Youtube e di Internet. Passano gli anni e cambiano le tecnologie, ma il messaggio alla nazione mantiene sempre il suo fascino. Il milanese e il ferrarese, il bauscia e quell’organismo geneticamente incrociato tra un Peppone e un Don Camillo scelgono lo stesso mezzo per scendere in campo. E se radicalmente diversi sono i messaggi, i contenuti dei discorsi, ad un occhio maligno saltano agli occhi alcune somiglianze. La scrivania, la camicia azzurrina, la cravatta pure. Ma a saltare agli occhi è la libreria: di ottima fattura, con qualche libro e con due cornici con le foto dei figli quella di Berlusconi. Anche Franceschini ha la sua di libreria alle spalle. Piena zeppa di libri, senza neanche uno spazietto per una foto e modello “Expedit” dell’Ikea: colore bianco, 89,90 euri per la versione piccola, 149 per quella più grande. Ma non è la prima volta che il buon Dario lega la sua immagine a quella di una libreria. In un servizio di “Chi” (rotocalco Mondadori diretto da quel prezzemolino di Alfonso Signorini) di un paio di settimane fa il segretario del Pd compariva di fronte ad una libreria, forse modello Billy dell’Ikea, impiallacciatura color faggio, dove erano sistemate bottiglie di vino, foto e guide turistiche. Le immagini di quel servizio di “Chi” stanno in alcuni blog che hanno scatenato il “cazzeggio” degli internauti dando vita ad una discussione politica e paraenologica. Che vini sono? Saranno piene o vuote le bottiglie? Ma soprattutto, Franceschini sta in cucina o in soggiorno? Condividi