Gli alunni di una seconda media bacchettano i consiglieri regionali sull'uso di termini dialettali durante i lavori dell'assemblea ed il presidente del consiglio umbro si dichiara d'accordo con loro. Protagonisti della ''reprimenda'' lessicale i ragazzi della seconda classe, sezione A, della scuola media di Giove, in provincia di Terni.
Avevano visitato (come hanno fatto tanti loro coetanei anche quest'anno) Palazzo Cesaroni il 28 aprile scorso, assistendo ad uno spezzone di lavori del consiglio ed ascoltando gli interventi di alcuni assessori e consiglieri. Qualche giorno fa - lo ha riferito il presidente dell'assemblea, Fabrizio Bracco, aprendo i lavori di oggi pomeriggio - hanno inviato una lettera allo stesso presidente. ''Ci siamo accorti - scrivono, tra l'altro, nella loro missiva - che alcuni consiglieri usavano termini dialettali come 'famo', 'annamo', 'ce mettemo a ssede'''. Da qui la richiesta dei giovanissimi studenti allo stesso Bracco ''affinché in consiglio si usi un linguaggio
adeguato''.
''Non posso imporre ai colleghi il modo in cui comunicare, ma sono d'accordo con la sollecitazione di questi scolari'', ha chiosato Bracco. Qualche consigliere ha commentato che ''anche il dialetto fa parte del patrimonio della nostra comunita', e quindi ha piena dignità d'espressione''.
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