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Appresi i risultati delle comunali, in particolare quelle di Perugia, c'è stato chi ha inopportunamente esultato per il successo ottenuto dalla lista "Socialismo e Libertà" che, essendosi piazzata percentualmente al secondo posto nello schieramento di centro sinistra vincente si sarebbe così guadagnata la poltrona di vice sindaco. Esultanza inopportuna, perché espressa dai consiglieri regionali Tippolotti e Lupini, che sono da considerare fra i principali artefici della scissione che ha colpito Rifondazione Comunista, prima che si rendessero conto del risultato ottenuto con quel capolavoro politico. E sì, perché con i loro voti i seguaci perugini di Vendola hanno contribuito ad eleggere tre socialisti che senza questo apporto sarebbero stati soltanto due, mentre loro sono rimasti esclusi dal civico consesso. A dirla chiara i Vendoliani hanno fatto a Perugia la figura dei portatori di voti per i socialisti, un fenomeno che si è ripetuto pari pari a livello regionale, visto che per ora il loro bottino di seggi in Umbria si ferma a due consiglieri eletti al Comune di Foligno e a un consigliere di circoscrizione a Terni. Questo perché in tutte le altre situazioni sono stati sopravanzati da quelle "volpi" socialiste che di caccia alle preferenze non hanno nulla da imparare da nessuno e che hanno lasciato loro solo le briciole. Non avremo, dunque, rappresentanti di Sinistra e Libertà, nelle amministrazioni delle due Province umbre, ne tanto meno, oltre a Perugia, a Terni, a Orvieto, a Spoleto e via di seguito. Contenti loro! Certo, però, che nelle tribolata fase congressuale di Rifondazione Comunista si erano presentati con tutt'altre apirazioni e, soprattutto, con una ben diversa linea politica. Quando si parla di trasformismo elettorale! Condividi