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"Dio ce ne scampi e liberi dalle proposte di Sacconi". Giorgio Cremaschi, esponente della Fiom e leader di Rete 28Aprile boccia la proposta del ministro del Welfare Sacconi di legare le retribuzioni agli utili. "Perché allora - aggiunge Cremaschi - non distribuire ai lavoratori i derivati? La verità è che il salario italiano è il più basso d'Europa perché tutte le volte che si scopre quanto è basso i ministri e gli industriali parlano di altro". Secondo Cremaschi "per aumentare i salari bisogna aumentare quelli dei contratti nazionali ben più che in passato e ridurre le tasse sui salari nazionali e non su quelli aziendali, insomma fare l'esatto contrario di quanto prescrive l'accordo separato del 22 gennaio che in questa situazione sociale del paese - ha concluso - non è solo ingiusto ma è semplicemente inapplicabile a meno che non i voglia far uscire i salari italiani dall'Ocse". ''I dati dell'Ocse sul lavoro risultano scioccanti e sono il risultato di un lungo processo che ha inizio, per quanto riguarda l'Italia, con gli accordi del luglio '93. Qui più che in altri paesi i salari sono stati congelati, al punto che oggi nemmeno le famiglie con due redditi riescono a mantenere il tenore di vita che i nostri padri riuscivano a garantire con un solo stipendio. Nella lunga compressione della domanda, insomma, sta la vera causa della crisi attuale". Cosi' Andrea Cavola, sindacalista sdl e candidato alle elezioni europee con la Lista dei Comunisti ed Anticapitalista, commenta i dati resi noti ieri dall'Ocse. Per Cavola "i lavoratori non sono considerati una classe centrale nella tenuta sociale, e quindi, invece di tutelarla, si preferisce venire incontro a banchieri e manager. Oggi un lavoratore italiano guadagna meno di uno greco perché, in quasi venti anni, ha perso tutele e voce politica molto più del suo collega. Bisogna bloccare questo processo il prima possibile anche con l'aiuto degli organismi europei altrimenti la crisi non solo verrà pagata dai lavoratori, ma non si riuscirà ad uscirne". E' per questo motivo, spiega Cavola, "che le scelte di politica economica devono nettamente cambiare direzione puntando alla tutela dei lavoratori tramite investimenti pubblici nella produzione, il supporto del welfare e la riduzione della flessibilità. Inoltre tra gli altri interventi a favore dei lavoratori e dei pensionati occorre rilanciare il reinserimento di un meccanismo automatico di adeguamento degli stipendi per il recupero dell'inflazione: insomma quello che una volta si chiamava scala mobile''. Sull'occupazione ''il peggio deve ancora arrivare'' e per questo, ''non c'è nessuna spiegazione plausibile all'insensibilità civile democratica e politica del governo'' che si rifiuta di affrontare la questione aprendo un tavolo nazionale con il sindacato. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani che, all'assemblea nazionale delle Camere del Lavoro, ha anch'egli commentato i dati dell'Ocse sul salario degli italiani. ''Il problema della perdita del potere d'acquisto è che l'Irpef si mangia tutto quello che va in produttività: per questo abbiamo chiesto la restituzione del Fiscal-Drag e le detrazioni su reddito da lavoro dipendente'', ha detto Epifani ricordando che in Italia la crisi è ''molto grave'' e, quindi, ''il governo deve fare molto di più e, rapidamente, intervenire per il raddoppio sull'estensione della Cassa integrazione ordinaria, per evitare ristrutturazioni, mobilità e licenziamenti''. Condividi