di Daniele Bovi
Non potevano mancare ovviamente i temi del Piano urbano della mobilità e del Minimetrò. Il primo, secondo Sbrenna, va rivisto (cosa peraltro che vuol fare anche Boccali, candidato del Pd), mentre per il secondo, pur essendo “una scelta sconsiderata”, vanno trovate delle nuove modalità di gestione nonché il modo, “per esempio, di portarlo verso San Sisto e il Silvestrini, aumentando il bacino di utenza e quindi gli incassi”. Fino all'idea, per alimentarlo, “di coprire di pannelli fotovoltaici Pian di Massiano”.
Sbrenna vorrebbe poi una città più curata per quanto riguarda l'arredo urbano, “che sembra roba da Europa dell'Est anni Sessanta: bisogna fare del dell'accoglienza e del decoro i punti di forza della città”. Una città che per il suo centro vede, nel futuro prossimo, due progetti già lanciati dall'amministrazione: quello di Monteluce e quello del Mercato coperto. “Qui – dice Sbrenna – si sono più che altro tutelati gli interessi privati. Comunque sia per il Mercato va pensato un progetto che riporti la gente al centro. Monteluce poi è un quartiere che non è stato trattato bene dall'amministrazione. Si parlava da decenni di spostare tutto il policlinico, e allora perché non si sono aiutate tutte quelle imprese del quartiere che ora rischiano di chiudere?”.
Capitoli scottanti sono anche quelli dell'edilizia e delle politiche sociali. Per quanto riguarda il primo, Sbrenna sostiene che in città sono stati realizzati quartieri “che fanno da presupposto al degrado, al dissesto sociale. Chi abita in quartieri-alveare senza servizi o sono già soggetti deviati o lo diventeranno. Approvando queste ipervolumetrie l'amministrazione ha voluto fare un favore alle imprese e ai costruttori, finendo però per fare loro un danno. Queste imprese ora, infatti, non riescono a vendere. Io penso ad un'urbanistica a misura d'uomo e non di costruttore”.
L'ultimo attacco Sbrenna lo riserva alle modalità con cui vengono ripartite le risorse per le politiche sociali. “Si spende – dice – tra il 22 e il 24 per cento per le politiche sociali, ma le modalità sono discutibili. Il 78 per cento di queste cifre infatti va per l'area materna e infantile mentre solo il 7 per cento va agli anziani. Creando così un mercato delle badanti totalmente libero e senza alcun controllo. Questo deve cambiare. Si deve intervenire a fondo per eliminare alla radice il disagio
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