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L’esperienza della malattia raccontata nelle pagine di un libro scritto direttamente dal malato che ha vinto la sua battaglia per la vita. Il titolo è di quelli diretti, che contiene una parola che fa paura al solo suono: il cancro. “e venne il cancro. Un’esperienza al confine tra salute e malattia, tra paura e speranza” edito dalla “Cittadella Editrice” di Assisi è, appunto, il titolo dell’opera di Francesco Delicati, nato a Perugia nel 1953, città dove vive e lavora da sempre e in cui opera come musicoterapeuta in varie case di riposo per anziani e in centri diurni per malati d’Alzheimer. La presentazione ufficiale, di fronte ad un folto pubblico commosso per la lettura di alcuni suggestivi passaggi del libro, è avvenuta nella giornata di venerdì presso la Sala della Partecipazione della Provincia di Perugia. Erano presenti all’incontro, coordinato dalla psicoterapeuta Rosella De Leonibus, l’autore Delicati, Maurizio Terzetti dirigente della Provincia, Luigina Morsolin redattrice della rivista “Rocca”, Claudio Cagnazzo giornalista de “Il Messaggero” e l’attrice Silvana Liberati che ha letto alcuni “frammenti” del libro. E’ il 2004 quando Delicati si scopre malato di tumore e durante il periodo della convalescenza dalla malattia, una volta uscito dalla “cittadella della salute”, così come la definisce lui stesso inizia a scrivere a matita le impressioni, le paure, le ansie, le emozioni su dei pezzi di carta senza un ordine apparente. “Solo in un secondo momento – ha raccontato l’autore – è iniziato il vero e proprio viaggio nella scrittura, quale mezzo per placare la paura, ma anche per operare una denuncia politica di quanto ha vissuto durante questa esperienza nel rapporto con i medici, gli ospedali, in cui il malato quasi si annulla”. Con il libro malattia e sofferenza escono dalla sfera più intima per aprirsi al confronto, perché “sono qualche cosa di penetrante, di intenso e di complesso che va osservato in profondità e raccontato: innanzitutto a se stessi e poi anche agli altri. Quando si è malati, si scatena una sorta di caos emotivo interiore, i nostri sensi si fanno più acuti, l’attenzione è massima e focalizzata sulla propria condizione e tutto ciò che accade è vissuto in modo amplificato. Questo fatto, indipendentemente dal tipo di “colpo improvviso” che sta sconvolgendo la vita tua o di un tuo familiare, può riguardare ciascuno di noi e, quindi, credo che parlarne ci accomuna tutti, ci aiuta a non sentirci soli e vittime di un destino crudele”. Il volume si rivolge a chi ha vissuto o sta vivendo l’esperienza del tumore, ai diversi operatori che lavorano nella relazione d’aiuto con malati di cancro e di altre patologie (psicologi, counselor, assistenti sociali, musicoterapisti, assistenti sanitari, terapeuti, animatori, educatori, sacerdoti), ai familiari dei malati e a coloro che possono essere interessati ai temi della sofferenza, del dolore, della malattia e della morte. Condividi