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Carmine Calvanese Dopo le promesse della scorsa campagna elettorale, in cui si annunciava il taglio delle Provincie e delle Comunità Montane, si è passati dalle parole ai fatti. Il governo Berlusconi intende porre in essere un drastico taglio ai piccoli e medi Comuni, oltre che alle Province fino a 100mila abitanti. Saranno, inoltre, cancellati tutti gli Enti non previsti espressamente dalla Costituzione: Comunità Montane, Ato, Consorzi di Bacino, etc., le cui competenze andranno alle Province “ridimensionate”. Il ministro per le Semplificazioni, il leghista Roberto Calderoli, ha presentato un progetto di riforma che prevede un taglio del 50% ai rappresentanti consiliari di questi Enti. I Comuni fino a 3mila abitanti vedranno ridursi i consiglieri da 12 a 6. Quelli fino a 10mila abitanti, invece, avranno un ridimensionamento che li porterà da 16 a 8 consiglieri comunali. Stessa percentuale di taglio per i Comuni che vanno da 30mila a 100mila abitanti, che passeranno da 30 a 15 rappresentanti. Sforbiciate meno pesanti per le Provincie, che avranno tagli variabili dal 20 a 33% a seconda delle dimensioni. In totale i rappresentati consiliari, a livello nazionale, passeranno da 122mila a 62mila. Con questo disegno di legge il Governo intende “riscattare” il fallito taglio ai “costi della politica” collegato alla legge Finanziaria 2008. Se il disegno di legge andrà in porto, ancora una volta i giochi di potere e gli interessi di “casta” la spuntano sugli interessi generali, ed in particolare su quelli delle piccole realtà locali. Il governo Berlusconi anziché tagliare gli “sprechi” ed i “costi della politica”, taglia la rappresentanza e il bisogno di riscatto dell’Italia dei “piccoli”. Per Calderoli e il suo governo per guidare un Comune non serve un’amministrazione legittimamente e portatrice di interessi diffusi, ma basta un semplice “amministratore di condominio” . Condividi