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ROMA -Nel corso degli ultimi 15 anni in Italia c'e' stata ''una crescita complessiva dell'occupazione e della partecipazione all'attivita' lavorativa parallelamente ad un aumento complessivo della popolazione. Il numero di occupati e' passato da circa 20 milioni e 400 mila del 1993 a oltre 23 milioni nel 2008; la popolazione attiva e' aumentata di oltre 2 milioni e 100 mila unita' raggiungendo quasi i 24 milioni e 700 individui''. Lo ha riferito il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri, nel corso di un'audizione alla Commissione Lavoro del Senato. Ma - ha poi spiegato - a trainare la crescita degli occupati sono stati soprattutto i contratti a termine nell'ambito del lavoro dipendente. ''Il numero di lavoratori autonomi - ha detto Biggeri sempre riferendosi al trend degli ultimi 15 anni - si e' mantenuto sostanzialmente costante intorno ai 6 milioni di individui, raggiungendo il massimo di 6 milioni e 300 mila nel 2004 per tornare poi ai livelli del 1993. Di contro, sono da attribuire quasi esclusivamente ai lavoratori dipendenti i cambiamenti nei livelli del mercato occupazionale. Tra i dipendenti un ruolo fondamentale e' rivestito dai lavoratori a termine, cresciuti del 59% negli ultimi 15 anni (contro il 13% dei permanenti) raggiungendo oltre 2 milioni e 300 mila unita'''. Negli ultimi 15 anni l'occupazione femminile e' cresciuta molto di piu' di quella maschile: nel primo caso infatti il tasso di occupazione e' aumentato del 9,4%, nel secondo del 2%. Sono alcuni dei dati diffusi dall'Istat nel corso dell'audizione del presidente Luigi Biggeri alla Commissione Lavoro del Senato. Negli ultimi 15 anni ''l'espansione ha coinvolto in misura maggiore le donne - ha detto Biggeri - per le quali il tasso di occupazione e' passato dal 37,8% al 47,2% contro un guadagno di soli 2 punti percentuali per gli uomini (70,3% nel 2008). Questo incremento e' in parte rilevante legato alla crescita del settore dei servizi nell'economia italiana''. Il fenomeno della femminilizzazione dell'occupazione si riflette anche nell'analisi della tipologia d'orario lavorativo. ''Un forte contributo all'aumento dell'occupazione femminile - evidenzia l'Istat - e' fornito dalla diffusione del lavoro a tempo parziale che negli ultimi 15 anni e' sempre cresciuto. Dal 1993 ad oggi le lavoratrici part-time alle dipendenze sono piu' che raddoppiate, passando da poco piu' di un milione a 2 milioni e 120 mila unita', con un peso sul totale delle occupate dipendenti che e' cresciuto dal 19% a oltre il 28%''. Però il fenomeno che ha caratterizzato il trend occupazionale gli ultimi anni e' rappresentato''dall'aumento del peso del lavoro della componente immigrata: la stabilità del dato occupazionale nel biennio 2007-2008 nasconde un forte incremento della componente straniera e un calo in quella nazionale''. Lo ha detto il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri, nel corso dell'audizione alla Commissione Lavoro del Senato, precisando che ''malgrado le apparenze non e' possibile pero' parlare di sostituzione di mano d'opera italiana con personale proveniente dall'estero. Le due tendenze opposte si registrano infatti in settori di attivita' e in profili professionali molto diversi tra loro''. Questa considerazione ci porta quindi a concludere che in effetti la crescita occupazionale non c'è stata poiché il dato positivo si deve esclusivamente all'emersione di parte dei lavoratori in nero che, dunque, erano già occupati, sia pure in maniera non regolare. Condividi