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Provate un po' a mettervi nei panni di chi, a venti giorni di distanza dal sisma che ha distrutto l'Aquila e la sua provincia, non sa ancora nulla del familiare disperso. Di lui si sono perse le tracce e la tanto efficiente Protezione civile italiana non da fornire loro alcuna risposta certa. E' possibile che il suo corpo sia ancora sepolto sotto una montagna di macerie, ma le ricerche sono state da tempo sospese ed i parenti sono ovviamenti disperati. Anche questi casi fanno parte del bilancio del sisma e non si tratta di roba da poco perché mancano all'appello ancora più di cinquanta persone i cui nomi sono tuttora iscritti nell'elenco dei dispersi. Hanno provato a cercarli fra gli sfollati nelle tendopoli, anche fra quei poveretti che con il sisma hanno perduto perfino la loro identita, ma tutto è stato vano: sono svaniti nel nulla. Fra loro figurano anche alcuni studenti che risiedevano prevalentemente all'Aquila, ma i loro nomi sono "top secret", né la Protezione Civile, né tanto meno i carabinieri sono autorizzati a fornirli ai giornalisti e neppure il numero esatto. Si tratta di dati "riservati", come se fosse un segreto di Stato. Intanto, quasi ad attutire l'effetto della notizia, questi cittadini dei quali non si hanno più notizie, anziche "dispersi", come si usa abitualmente, vengono appellati come "persone non ancora rintracciate", il che non consola affatto parenti, amici e conoscenti che seguitano a chiedere notizie di loro. Né vale la pena rivolgersi ai tanti "centralini istituzionali" che risultano perennemente intasati. Per cercare di dare loro una mano l'Associazione Codici, una onlus, ha istituito una sala operativa a Pescara per raccogliere le segnalazioni di dispersi e qualche buon risultato l'hanno ottenuto, se è vero che, grazie al passa parola, nei giorni passati almeno una ventina ne sono stati rintracciai. Avevano trovato rifugio in un qualche campo, segno evidente che i censimenti sin qui effettuati registrano vistosi buchi. Ma degli oltre 50 che anora mancano all'eppello non si hanno notizie: almeno rimane la speranza di ritrovarne altri e, perché no, anche tutti. Come scrive stamani l'Unità, "La Sala operativa lavora in sinergia con il Comitato Provinciale della Croce Rossa di Pescara, la Protezione civile e il Banco alimentare. Su un sito internet (www.codici.org) è stato pubblicato l'elenco delle persone di cui non si hanno ancora notizie, ma purtroppo è un riscontro frammentario. Nelle liste degli sfollati non compare alcuna traccia. Insomma sono invisibili, anche se hanno nomi, cognomi, identità radici geografiche e storia biografica. La stessa Protezione civile ha confermato di non aver ricevuto alcuna notizia in merito a queste persone. Tra gli sfollati 35mila persone sono senza identità: hanno perso i documenti a causa della distruzione delle loro case. I numeri li ha forniti la Consulta Protezione civile dell'Anci. Come superare anche questa emergenza? Mediante un coordinamento di segretari comunali che provvederanno a ricostituire gli uffici di anagrafe". Condividi