Saranno migliaia le manifestazioni quest’anno per ricordare e celebrare su tutto il territorio italiano il 25 aprile in occasione del 64° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Destituita la dittatura, sconfitti e cacciati gli occupanti tedeschi, il 25 aprile del 1945 in Italia rinasceva la democrazia. Il Paese avrebbe poi scoperto la Repubblica e poi la sua carta costituzionale. “Un testamento di 100mila morti”, come scriveva Pietro Calamandrei - e come giustamente ricorda quest’anno l’Anpi nel manifesto celebrativo - questa è la nostra Costituzione: nel sacrificio mosso da centinaia di migliaia di persone per riscattare la libertà e la dignità, “lì è nata la nostra Costituzione”.
A Milano, città Medaglia d’Oro della Resistenza e capitale della Guerra di Liberazione, il presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, e il segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, celebreranno la ricorrenza con una grande manifestazione nazionale. Un corteo muoverà alle 14,45 dai Bastioni di Porta Venezia, attraversando Corso Venezia e Piazza San Babila, per concludersi in piazza del Duomo, dove si terranno i comizi conclusivi. Un importante appuntamento, un presidio democratico in difesa della Costituzione nata dalla Resistenza e contro ogni tentativo di snaturarla, di svuotarla, di svilirla.
Così come fu per lo scorso, anche quest’anno l’appuntamento si carica di importanti significati: i ripetuti e violenti attacchi alla memoria della Resistenza mossi dalla voglia di equiparare repubblichini e partigiani. Non può passare, infatti, in secondo piano la proposta di legge che vorrebbe mettere sullo stesso piano, unendoli nel riconoscimento di una medesima onorificenza - l'Ordine del Tricolore -, i veri protagonisti della guerra di liberazione, ovvero i partigiani, e i combattenti della Repubblica sociale italiana. Su questo tema, dopo le reiterate denunce dell’ANPI e di quelle della stessa CGIL, si è levata una forte opposizione contro quello che è un’inaccettabile tentativo di equiparazione che nasconde l’intendo di riscrivere le ragioni della storia.
Intenzione dell’Anpi, così come ha spiegato in questi giorni il presidente Antonio Pizzinato, è anche quella di ricordare la strage di Piazza Fontana. Quest’anno, infatti, cade il 40° anniversario dell’attentato che il 12 dicembre del 1969 uccise 17 persone per l’esplosione di una bomba nella Banca Nazionale dell’Agricoltura: un triste data passata alla storia come simbolo della strategia della tensione e inizio degli anni di piombo.
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