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Andrea Meniconi Presidente Comitato Pendolari Altotevere Nell’Altotevere è avvenuto un miracolo: i sindaci di Città di Castello, Umbertide e San Giustino, come fossero altrettante Biancaneve baciate da principi azzurri, si sono improvvisamente scossi da un torpore che si perpetuava da decenni ed hanno “scoperto” la holding regionale dei trasporti. Questa “scoperta” li sta letteralmente terrorizzando perché la ventilata holding, di cui tanto si sta parlando in questi giorni, è finalizzata a razionalizzare la gestione, rendere efficienti i servizi e contenere i costi dell’intero sistema trasportistico umbro, limitando le ingerenze dei politici e mettendo un freno ai fenomeni di campanilismo locale. Insomma, i nostri rappresentanti istituzionali, che da sempre hanno mostrato di snobbare il trasporto su ferro considerandolo niente più che un utile serbatoio per la più deteriore politica clientelare, oggi si rendono conto con raccapriccio che il “giocattolo” presto verrà loro strappato di mano. E masticano amaro. Col solito linguaggio politichese grondante retorica ma vuoto di contenuti, i “tre grandi” pontificano affermando solennemente che “per l’Altotevere la scelta di una valorizzazione e di una forte identità per la FCU è strategica per il territorio e per tutta la partita delle infrastrutture” e via di questo passo. Ma dov’erano, questi signori, nei decenni passati quando i pendolari, da soli e contro i poteri forti, si battevano per rendere più efficiente e più decoroso il trasporto ferroviario regionale? Dov’erano i sindaci quando noi denunciavamo i ritardi, gli sprechi, le inefficienze dell’azienda? Che cosa hanno fatto, i sindaci, per promuovere l’uso del mezzo pubblico e disincentivare il mezzo privato? Perché non si sono mai adoperati seriamente per difendere le stazioni, renderle sicure e decorose, facilitarne ed agevolarne l’accesso? Tutte queste battaglie sono sempre state condotte dai comitati spontanei dei pendolari, che non hanno mai avuto l’onore di essere sostenuti ed assecondati dalle istituzioni, di cui pure sono parte integrante. Anzi, i sindaci hanno sempre ostentato un sostanziale disinteresse per le giuste rivendicazioni degli utenti del servizio ferroviario, ed è per questo che, oggi, appaiono fortemente sospette queste improvvise esternazioni improntate alla preoccupazione, una preoccupazione che è, evidentemente, dettata dalla paura di essere estromessi dalle stanze dei bottoni e di perdere qualche comoda e ben remunerata poltrona. Condividi