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di >strong>Eugenio Pierucci Presidente Ciccone, dobbiamo scusarci con lei per un errore madornale che abbiamo commesso, e che anche i nostri lettori ci hanno fatto notare, nel commentare la notizia che il ministro Tremonti stava pensando di utilizzare la prossima dichiarazione dei redditi per stanziare risorse a favore delle popolazioni abruzzesi vittime del terremoto. Si parlava di destinare loro il 5 per mille ed abbiamo pensato subito alla sua proposta e, presi dall'entusiasmo, abbiamo ingenuamente pensato che il suo suggerimento al premier Berlusconi avesse colpito nel segno, e, invece... Invece non ci siamo proprio. Quella di Tremonti è solo una presa in giro nei confronti di chi, come me, aveva in buona fede pensato che una volta tanto il governo di centro destra potesse farne una giusta. Io pensavo è ho parlato di destinazione dell'8 per mille, mentre Tremonti si riferisce "furbescamente" al 5 per mille che è cosa assai diversa perché invece di aiutare concretamente la ricostruzione delle zone colpite dal sisma colpirebbe a morte proprio quanti si affannano generosamente nell'aiutare quelle popolazioni. La destinazione del 5 per mille, infatti, è l'unica risorsa sulla quale possono contare per continuare ad operare le tante associazioni di volontariato, come Libera, tanto per nominarne una, che caratterizzano in positivo il nostro Paese, quelle stesse associazioni che in queste ore si prodigano in prima fila per lenire le sofferenze di chi con il sisma ha perduto tutto ciò che aveva. Se si toglie loro questa possibilità di sostentamento le priveremmo dell'aria necessaria per vivere dissipando così la grande ricchezza che essere rappresentano per la nostra società. Ma perché il governo esclude, almeno al momento, di ricorrere all'8 per mille? Probabilmente per non una ragione di comodità. E' noto che al momento il gettito dell'8 per mille viene ripartito fra lo Stato e le confessioni religiose, in base alle indicazioni fornite liberamente dai cittadini. Si tratta di risorse consistenti e che fanno gola, quindi meglio non rompere certi equilibri... Lei come pensava si potesse fare concretamente? Togliere ai contribuenti la possibilità di scegliere, sia pure per un fine umanitario, potrebbe sembrare una forzatura. Nessuno pensa, tanto meno io, che lo Stato debba sottrarre ai cittadini la responsabilità di decidere, basterebbe aggiungere un'altra alle attuali, e se anche questa soluzione apparisse troppo azzardata resterebbe un'altra ipotesi, quella di un ipegno solennemente assunto dal governo di assegnare interamente alla ricostruzione in Abruzzo la parte che i cittadini destineranno allo Stato. Vede, già ora, per legge, queste somme dovrebbero avere una destinazione sociale. I Contribuenti che indicano lo Stato lo fanno convinti che queste risorse siano spese per opere di bene, mentre invece il più delle volte prendono tutt'altra direzione, talvolta sono utilizzate per coprire i più disparati buchi di bilancio ed in qualche caso sono state persino impiegate per finanziare le nostre missioni militari all'estero. Questa voltà, ripeto, ci dovrebbe essere un impegno chiaro e inderogabile sulla loro destinazione: solo e soltanto per la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma. Questa ci sembra la soluzione più reale, perché ci immaginiamo altrimenti le forti resistenze che ci potremmo aspettare. Come minimo ci direbbero che non c'è il tempo necessario per istituire la "nuova casella" sarebbe insufficiente e perciò non se ne farebbe nulla, almeno per quest'anno. Poi, scemata l'emozione collettiva del momento... Credo anch'io che possa essere questa la scelta sulla quale un accordo è possibile, anche se di tempo per adottare l'altra opzione ce n'è più che a sufficienza. Vede, questo governo ama apparire come decisionista e non esita a ricorrere alla decretazione d'urgenza anche quando non è assolutamente necessaria. Potrebbe farlo anche in questo caso e siamo certi che di fronte a tale necessità per una volta tanto troverebbe pochissimo oppositori, non certo da parte della Sinistra e neppure da quella dei sindacati. Condividi