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Pubblichiamo l'intervista a Cesare Salvi, leader si Socialismo 2000, pubblicata domenica sulle colonne de Il Riformista, a firma di Sonia Oranges. di Sonia Oranges Cesare salvi estrae dalla tasca la stampata della pagina internet del gruppo di Sinistra europea, traducendo al volo che parla di socialismo, e ci tiene a specificarlo. Però questo sembra proprio il ritorno dei comunisti "L'obbiettivo è arrivare, in futuro, a una lista unitaria di tutta la sinistra. Purtroppo stavolta a prevalere sono state le opposte rigidità, nonostante il rischio di non superare lo sbarramento. Io aderisco come rappresentante del socialismo di sinistra. Onestamente, l'anticomunismo mi sembra un po' anacronistico, nel 2009, anche se non avrei partecipato se si fosse trattato di rifare un partito comunista. Che senso ha la riunione di Prc e Pdci? "Il berlusconismo è dilagante, il Pd è in grave difficoltà e la sinistra rischia di scomparire. C'è bisogno di qualcuno che proponga un diverso modello di società. Sentivo il dovere di dare una mano per la storia mia e del movimento che rappresento. E poi, diciamocelo, c'è ancora una fetta dell'elettorato che si riconosce nella falce e il martello. Lo spazio a sinistra del Pd, chi lo copre? Di Pietro?" La sua storia, appunto. Non si sente un po' a disagio a fare il percorso a ritroso? "Guardi, il mio movimento si chiama 2000 perché allora passai con la minoranza di sinistra del partito, di fronte a un paese in cui crescevano disoccupazione e diseguaglianze. Non bisognava essere comuniste per vederle. E, per la cronaca, facevo il ministro. Mica mi hanno cacciato". Certo che i socialisti con i comunisti... "Ci sono altri esempi in Europa. Pensi alla Linke o a tanti esempi di socialismo di sinistra che in nordeuropa funzionano. Persino Michele Salvati ha scritto che di fronte a questa crisi servono idee nuove. E dove sono le idee socialiste in questo momento? Io sono un'europeista. E ho votato contro il trattato europeo proprio perché non volevo un'Unione senza poteri. Sono tante le questioni da affrontare. A cominciare da quella morale. Poi casomai ne parliamo": Anche adesso... "Prendiamo l'esempio di Napoli. Li ci presenteremo in alternativa a Nicolais. Serve una sinistra autonoma e noi proviamo a esserlo, anche usando il simbolo di falce e martello, per farne una battaglia qualla questione morale, su un sistema di potere unico che a sud ha dato i frutti che ha dato. Ma ci pensa che, dopo tutte le scenette cui abbiamo assistito, pare che Di Pietro si alleerà con Bassolino? Ci stanno tutti dentro. Lo abbiamo visto al sud, ma anche a Firenze. E in Abruzzo. I capibastone di cui parlava Veltroni sono ancora tutti al loro posto. Scusi, ma con questi presupposti perché la gente non dovrebbe votare Berlusconi?" L'antiberlusconismo è un boomerang, però "Il berlusconismo rappresenta un blocco dei valori in Italia. Ma, mi dispiace dirlo, la sinistra della seconda repubblica gli ha dato una mano, abdicando a una versione di se stessa rigidamente ideologica e subalterna al liberismo. Oggi si può essere antiberlusconiani se si è in grado di dire cose diverse, con un'idea di società diversa. Se lo si insegue sulle sue stesse politiche, non si può essere che perdenti". Decise le candidature? "Non la mia, preferisco che lo faccia Massimo Villone". Condividi