ville e giardini2.jpg
PERUGIA – Una nuova opera dal titolo “Storie di Ville e Giardini. Dimore pubbliche e private nella provincia di Perugia” si va ad aggiungere all’iniziativa editoriale intrapresa lo scorso anno e dedicata al progetto “Storie di Ville e Giardini”. Il progetto, promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Perugia e consolidato attraverso il Protocollo d’Intesa con l’A.D.S.I. – Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Umbria, è giunto alla quarta edizione e prosegue nell’intento di rivelare al pubblico sempre nuove realtà del nostro ricchissimo e poco noto patrimonio architettonico e paesaggistico. Questo secondo volume è stato presentato alla stampa locale nella giornata di ieri (27 marzo) presso il Palazzo della Provincia alla presenza dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Pier Luigi Neri, della responsabile regionale dell’A.D.S.I., arch. Clara Lucattelli Caucci, dell’autrice Francesca Romana Lepore, dell’editore Antonio Vella (Edimond) e della dirigente provinciale Anna Barbieri. “Un appuntamento – è il commento di Pier Luigi Neri - che spero sia ricorrente visto che quanto è stato fatto rappresenta una forte caratterizzazione e capacità di proposta anche per altri. L’opera, già presentato in anteprima a Milano il 20 febbraio scorso nell’ambito della B.I.T. – Borsa Internazionale del Turismo, ha destato curiosità e interesse con la sua particolarità di presentare congiuntamente le residenze private, custodite dalle generazioni delle famiglie succedutesi nelle diverse epoche, e i beni patrimoniali di maggior pregio di proprietà della Provincia, nel corso degli anni prima acquisiti, poi restaurati e finalmente resi fruibili al pubblico, con specifiche destinazioni di pubblica utilità. Da qui, per questi ultimi, la definizione “I Gioielli” che riprende il titolo di una precedente pubblicazione in cui si proponeva l’accostamento dei quattro beni della Provincia ad altrettante creazioni di Salvador Dalì”. Una nuova opera che ci riporta, sempre con la guida esperta dell’autrice Francesca Romana Lepore ed attraverso le immagini fotografiche di Enrico Mezzasoma, Adriano Scognamillo e Gianfranco Tortoioli, alla scoperta delle cinque ville private visitate nel corso dell’edizione 2008 e delle quattro dimore storiche, i “gioielli”, appunto, della Provincia di Perugia. Si tratta, come illustrato nel corso della presentazione da Francesca Romana Lepore, di Sant’Angelo in Panzo ad Assisi dove si respira in pieno il clima francescano, con la chiesetta già esistente nel 1200 e il convento che successivamente si trasformò in villa; il Castello di Porchiano a Todi, che racconta la storia delle guerre della città, che fu distrutto e ricostruito 4 volte, mantenendo sempre l’antico impianto, senza mutare mai le proprie caratteristiche; Borgo Monticelli a Marsciano, con la sua chiesina e i suoi affreschi trecenteschi, un borgo con tre torri, prima rurale poi fortificato (dove si dice si rifugiò S. Costanzo) e che poi diventò villa; Villa Spinola a Perugia vicino a S. Martino Delfico, oggi sede della Fondazione Giordano, che ha visto passare alcune tra le famiglie più importanti della città; Villa Faina I Morelli, sempre a Perugia, e poi Villa Fidelia a Spello con il suo giardino vesuviano e lo splendido giardino all’italiana, Villa Redenta a Spoleto con il parco all’inglese da manuale, il giardino neo-classico e gli interessanti affreschi, Parco Ranghiasci-Brancaleoni a Gubbio con il suo parco all’inglese nello spazio urbano e lo straordinario complesso storico-ambientale di Isola Polvese con l’antico castello, la villa, il convento e il giardino acquatico. Per Clara Lucattelli Caucci questa seconda pubblicazione consolida un progetto di successo che non si interrompe, ma che apre sempre nuove prospettive e ci porta ad approfondire un consapevole rapporto tra pubblico e privato. Le dimore storiche sono, per la Caucci contenitori significativi per la storia del territorio, con la loro versatilità e flessibilità. “Un patrimonio – ha detto – di 50mila dimore storiche riconosciute dallo Stato, ma che sono anche di più, e dove, tra l’altro, lavorano 80 mila extracomunitari”. Condividi