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PERUGIA - ''La Giunta regionale si faccia parte attiva per chiedere a governo e Snam di rivedere il tracciato del metanodotto Brindisi-Minerbio. Non e' pensabile per l'Umbria mettere a repentaglio l'equilibrio del proprio patrimonio ambientale, idrogeologico e turistico per assecondare il disegno di chi pensa di causare una ferita devastante ai nostri Appennini, un ecosistema che potrebbe subire danni irreversibili, se non si individua un tracciato alternativo a quello proposto dalla Snam Spa''. Lo ha sollecitato il capogruppo regionale dei Verdi e civici, Oliviero Dottorini, annunciando la presentazione di una interrogazione all'assessore all'Ambiente Lamberto Bottini in merito alla realizzazione del metanodotto Brindisi-Minerbio, relativamente al tratto che dovrebbe attraversare il territorio umbro tra Foligno e Sestino per 82 chilometri, interessando tra l'altro i comuni di Colfiorito, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio, Pietralunga e Citta' di Castello. Dottorini ha spiegato che ''l'assessore Bottini ha dato rassicurazioni rispetto al tratto sud della regione, ma rimane tutta aperta la problematica per il territorio tra Foligno e Sestino. L'intero tratto umbro interferisce per il 77% con territori a vincolo idrogeologico e interseca con 19 fiumi e torrenti principali, causando circa 35 attraversamenti. Sarebbero tre i Siti di interesse comunitario (Natura 2000) interessati dal tracciato e la normativa comunitaria pare essere disattesa''. Tale infrastruttura - ha ricordato il consigliere dei Verdi - dovrebbe tagliare l'Umbria con una trincea profonda 5 metri in grado di accogliere un tubo di oltre un metro di diametro, con una servitu' di pertinenza di 40. Cio' che vorremmo sapere - ha concluso Dottorini - e' il motivo per cui l'Umbria, nonostante il parere negativo di due servizi tecnici della Regione, abbia dato un parere favorevole all'intervento. Condividi