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PERUGIA - Legambiente venerdì mattina sarà a Roma davanti a Montecitorio, per un paese civile lontano da meccanismi di politica spicciola e furbetta, contro il tentativo del governo di approvare di corsa e in modo estremamente arrogante il provvedimento sul cosiddetto Piano casa. Alessandra Paciotto, Presidente di Legambiente Umbria invita la nostra Regione a non accogliere il Piano casa del governo, ma anche a non considerare lo sviluppo edilizio e il consumo di suolo necessario per risollevare l’economia dell'Umbria. Si invita la Lorenzetti ad essere in piazza con le molte associazioni e forze sociali, che stanno aderendo all'appello di Legambiente, contro un governo che non ha voluto minimamente la partecipazione, nemmeno quella delle regioni, sulle scelte anticrisi e sulla necessità di dare una risposta al problema casa nel nostro paese. L’Umbria non ha bisogno di nuove colate di cemento, ma di una riqualificazione del patrimonio abitativo introducendo la certificazione energetica per tutti i nuovi interventi e per il recupero con standard di Classe A. Quella del governo è una proposta distante dalle necessità strutturali e non risponde al disagio di tante famiglie che non hanno accesso alla casa e a chi paga rate di mutui e affitti che assorbono una quota preponderante della spesa familiare. Inoltre le regioni rischiano di essere messe in competizione tra di loro, visto che dovranno o meno confermare con leggi regionali il piano nazionale, scegliendo se premiare i propri abitanti con una possibilità di incremento della cubatura del 20% delle case private o respingere questa logica puramente individualista. Il governo vuole far credere di poter sconfiggere la crisi con piccoli interventi edilizi di molti italiani. Chi, invece, si preoccuperà di costruire nuove scuole e fare manutenzione alle molte fatiscenti, chi investirà nelle infrastrutture utili, dai treni per i pendolari alle piste ciclabili, negli ospedali e nelle aree verdi? Forse dei privati illuminati? Gianni Di Mattia, responsabile regionale di Legambiente su Paesaggio e Urbanistica dice che, se si manderà avanti questo provvedimento del governo, potremo dire addio all'utilità collettiva della pianificazione territoriale, dei piani regolatori comunali, dei progetti di recupero dei nostri degradati centri urbani, alla riqualificazione di periferie mai progettate e spesso prive di servizi essenziali. Si rischia il via libera a iniziative per ampliare le case senza fornire le città di sistemi di comunicazione sostenibili, di spazi pubblici di relazione come piazze, centri culturali o aree sportive, e senza pensare al loro futuro e al futuro di chi le vive. Il governo tenta, con la proposta disordinata di un fantomatico Piano case travestito da condono in giacca e cravatta, di coinvolgere esclusivamente e demagogicamente i proprietari di case contro chi non può permettersi di acquistarne oggi una propria. Da qui l'invito alla Lorenzetti a prendere coscienza che il governo ha dichiarato di non voler minimamente modificare nulla di quanto sin ora proposto, e pertanto non c'è nessuna intenzione di mettersi al tavolo a discutere con gli enti locali, come auspicava la governatrice dell'Umbria. La Regione Umbria, che si appresta la settimana prossima a celebrare ad Orvieto un convegno internazionale sulle Buone pratiche per una politica del Paesaggio, deve far sentire la propria voce netta e contraria a questa idea di speculazione edilizia indirizzata dal governo a danno del territorio e delle nostre città. Condividi