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La parola d’ordine che è circolata nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa di mobilitazione per il lavoro, prevista per domenica 15 marzo a Gualdo Tadino, è unità contro una crisi economica senza precedenti, che deve essere affrontata con una risposta forte e compatta, dalle istituzioni, ai sindacati, ai ceti produttivi, commerciali e sociali, al mondo della scuola, alle famiglie intere. E lo hanno ribadito nei vari interventi, a cominciare dal sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, che ha evidenziato come la crisi della maggiore azienda dell’area si associa ad altre difficili situazioni, e ha sollecitato gli organi di informazione a dare maggior risalto possibile alla manifestazione, che inizierà alle ore 9,30, con concentramento in Piazza Caduti di Nassirya. Il segno nuovo è la scelta della data che coincide con la domenica, giorno di riposo lavorativo. Il corteo alle 11 confluirà in Piazza Martiri della Libertà, dove si concluderà. L’adesione, oltre che dai Comuni di Gubbio, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, è arrivata dai Comuni di Valtopina, Fossato di Vico, Valfabbrica, Sigillo, Scheggia e Costacciaro, tutti presenti con i propri Gonfaloni. La manifestazione è indetta da CGIL CISL UIL, insieme ai Comuni coinvolti dal fenomeno di crisi, alla Provincia di Perugia, alla Regione dell’Umbria, alle organizzazioni del commercio e dell’artigianato (Confcommercio, Confesercenti, CNA, Confartigianato), dell’agricoltura (CIA e Coldiretti). Interverranno inoltre il vescovo di Assisi, Gualdo Tadino e Nocera, Sorrentino, e il vescovo di Gubbio, Ceccobelli. Lo slogan è: “Lottiamo per impedire la ‘crisi nella crisi’, per ripartire e sconfiggere il secondo terremoto”. E le adesioni stanno arrivando numerose: da ultimi, anche il sindaco di Foligno e l’associazione “Articolo 21”. E’ stato evidenziato come la situazione economica e sociale della fascia appenninica sia diventata drammatica, con intere famiglie in condizioni sempre più precarie. Oltre alla crisi verticale dell’Antonio Merloni, dove sono a rischio circa 3.000 posti di lavoro, tra dipendenti diretti e indotto, si aggiunge anche la crisi strutturale della ceramica artistica di Gualdo Tadino con 500 posti di lavoro già persi, le altre riduzioni di personale nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, oltre a realtà di crisi come la Sirio Ecologica a Gubbio. Le sigle sindacali presenti (Bravi per CGIL, Bruni per CISL, Conti per UIL) hanno sottolineato lo spirito di unità della grande giornata di lotta e la necessità di proporre soluzioni concrete. Soprattutto è necessaria più attenzione per un territorio già penalizzato e marginale rispetto a politiche di investimenti. L’appello è stato raccolto dall’assessore alle attività produttive della Regione Umbria Mario Giovannetti, che ha definito la crisi della Merloni unica nel territorio nazionale per portata di numeri, ha ribadito l’importanza strategica del territorio, e ha confermato la presenza della presidente Maria Rita Lorenzetti alla manifestazione di Gualdo. E’ una vertenza di tutta l’Umbria, ha sottolineato Giovannetti, e lo sforzo non è solo quello di chiedere al Governo misure urgenti ma anche stimolare la riconversione e la localizzazione di nuove attività. Gli interventi delle associazioni di categoria (Rampini per Confartigianato, Bisciaio per Confesercenti, Lupini per Confcommercio) hanno sottolineato la grande ricchezza di professionalità che il territorio possiede e la volontà di ripartire, chiedendo il riconoscimento dell’area di crisi. Infatti, non è esagerato sottolineare che c’è una crisi aggiuntiva oltre a quella economica e sociale del Paese: una vera e propria “crisi nella crisi” e si tratta delle zone in gran parte duramente colpite dal terremoto del ’97. Ora il terremoto economico e sociale rischia di essere ancora più devastante. L’appello finale lo ha lanciato per tutti il sindaco di Gualdo Tadino Scassellati: le ricette per superare l’emergenza ci sono, nella consapevolezza che occorre reagire e trovare risposte adeguate per impedire la chiusura dell’Antonio Merloni e attivare un tavolo di confronto territoriale, con un obiettivo preciso: sulla base di una piattaforma unitaria chiedere e ottenere dal Governo interventi adeguati sul contratto di programma che consenta la difesa del tessuto industriale della fascia appenninica. Questo il senso della giornata del 15 marzo: la fascia appenninica deve e può uscire dal tunnel della crisi. Condividi