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di Nicola Bossi Il mondo del volontariato...è in difficoltà. C'è uno scoramento che sta attaccando per la prima volta le associazioni che stanno alla base dell'aiuto concreto ai disabili, nelle loro sfaccettature e nelle loro difficoltà. Un grido d'allarme che è stata lanciato nel corso di un incontro tra l'assessore regionale Damiano Stufara, il capogruppo del prc Stefano Vinti e i rappresentanti delle associazioni che lavorano sui malati psichici, ragazzi down, disabili motori e di alzhaimer. C'erano anche i rappresentanti di Acu, Cittadinanza attiva, movimento difesa cittadino e Lega Consumatori. "Senza certezze e aiuti pubblici: la gente si allontana, si sente sconfitta, di fronte a tante difficoltà". Strutture che chiudono, strutture diurne che non sono sufficienti, centri di recupero non ha norma di sicurezza. Il caso più eclatante è quello del Repartino di Perugia, ovvero la struttura dei trattamenti sanitari obbligatori per le persone affette da malattie mentali e psichiche. Qui manca il personale medico in maniera costante, non c'è un defibrillatore, sono deceduti due pazienti nel giro di un anno. Stare dietro a chi ha malattie è difficilissimo. E sul tavolo degli imputati salgono le Asl che per risparmiare, secondo le associazioni di volontariato, evitano anche di mandare certi pazienti in comunità di recupero. Da qui la necessità di rimodellare il piano sanitario sulle non autosufficienze della Regione intorno al malato: si chiede un monitoraggio costante e che non si esaurisca dopo la dimissione dalle strutture pubbliche. Si chiede, soprattutto, maggiori sicurezze economiche a chi opera nel settore della cooperazione sociale che fornisce servirzi e va al di là della struttura ospedaliera. Chiedono di bloccare una scelta negativa come quella di dare denaro in mano alle famiglie per curare i propri cari. I denari meglio agli operatori che poi sanno portare avanti le cure. Lo scoramento è alto, per la prima volta. Condividi