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di Daniele Bovi Se il Pd si voleva sfilare dalla gestione dell'affaire Tippolotti, l'ennesima riunione dei capigruppo della maggioranza che si è tenuta stamattina, si è invece conclusa con la consegna della patata bollente proprio nelle mani dell'ex partito di Veltroni. Per la precisione, in quelle del capogruppo in Consiglio regionale Rossi. Il tavolo (al quale era seduta anche Maria Rita Lorenzetti) si è quindi concluso con un mezzo nulla di fatto, decidendo di affidare un “mandato esplorativo” a Rossi per sondare tutte le eventuali soluzioni sul tappeto che possano mettere la parola fine all'impasse più grave che il Consiglio ricordi. Per il momento dunque Tippolotti rimane ancorato allo scranno più alto del Palazzo, seppur fra i marosi. E non così voglioso di fare il bel gesto, l'agnello sacrificale. Sembra, infatti, che vi sia la disponibilità del presidente a rassegnare le dimissioni: in cambio però, vorrebbe una commissione. Fatto sta dunque che Rossi si deve mettere i panni dell'esploratore, trasformandosi in una sorta di novello Antonio Pigafetta. Come quest'ultimo infatti fu l'uomo di fiducia di Magellano, Rossi nella fattispecie è l'uomo di fiducia della Lorenzetti. L'uomo a cui spetta l'onore e l'onere di risolvere la questione. Nello stemma della famiglia Pigafetta campeggiava il motto in francese antico: “Il n'est rose sans espine “ Condividi