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PERUGIA - Nei primi nove mesi del 2007 l’occupazione femminile in Umbria ha fatto registrare un aumento medio di 8.000 unità (155.000), con un conseguente aumento (+2,6 punti) del tasso di occupazione (pari al 55,1%). Anche le forze lavoro sono aumentate sensibilmente (+6.000) e così il relativo tasso (59,1%, +1,7 punti); mentre la disoccupazione è scesa a quota 11.000 (-3.000) con conseguente flessione di 1,8 punti del relativo tasso (pari al 6,7%). I dati forniti dall’Osservatorio del mercato del lavoro della Regione Umbria confermano che, sul fronte dell’occupazione femminile, il 2007 è stato un anno migliore del precedente, quando si interruppe la fase negativa in corso dal 2002. Inoltre – secondo l’Osservatorio – si sta verificando una consistente riduzione del “gap” di genere in tutti gli indicatori. Nell’occupazione (17,7) e nella partecipazione attiva (15,9) il dato umbro è inferiore alla media del centro e del nord, mentre per la disoccupazione (3,9 punti) è superiore persino alla media nazionale. Il confronto territoriale evidenzia per la componente femminile umbra una partecipazione attiva ben superiore a quella media del centro (+3,3 punti) ed in linea con quella del nord del paese (-3 decimi). Anche il suo tasso di occupazione è più elevato della media del centro (+3,1 punti) e non risulta più così lontano da quello del nord (-1,6 punti), ma il differenziale esistente fa sì che il livello di disoccupazione risulti in Umbria marcatamente superiore a quello del nord (il gap è ancora di 2,1 punti) e solo in linea con la media del centro (un decimo in meno). Una parte non trascurabile delle difficoltà incontrate dalle donne in Umbria dipende dall’elevata “distanza” tra qualifiche e titoli di studio posseduti dall’offerta e figure ricercate dalla domanda che continua ad essere rivolta principalmente a figure di basso livello educativo, in particolare dei settori ad elevata presenza maschile. Ciò genera disoccupazione ad elevata scolarità ed un diffuso sottoutilizzo di competenze. Nel 2006, tuttavia, si sono avuti importanti segnali positivi sull’occupabilità delle laureate il cui tasso di disoccupazione, a differenza di quello delle diplomate (8,3%), è divenuto inferiore alla media ripartizionale (6,1% contro 6,3%). E’ tuttavia da considerare che i problemi occupazionali non riguardano solo le più scolarizzate: il tasso di disoccupazione più elevato, infatti, riguarda le donne con la sola licenza media (11,8%). Condividi