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ROMA - Organizzati dalla Rete nazionale dei precari della scuola domani i lavoratori invisibili, come si sono denominati visto che il governo Berlusconi continua ad ignorarli come se non esistessero, tornano in piazza, cominciando dal Sud, esattamente da Napoli, Palermo e Catania dove si svolgeranno altrettanti sit in di protesta. Lavoratori invisibili che, proprio per accentuare questa loro condizione, sfileranno in strada travestiti da fantasmi. Saranno la prima rappresentenza di un esercito composto da decine di migliaia di docenti che dovrebbero essere spazzati via ad iniziare dal prossimo anno (nel 2009 si parla di oltre 41.000 docenti e almeno 15.000 Ata)dai tagli della Gelmini, ma che non vogliono assolutamente arrendersi a questo tragico destino. Da precari di lungo corso non voglioni trasformarsi in senza lavoro, tanto più che il precedente governo, quello a guida Prodi, aveva predisposto per loro un piano triennale che prevedeva 150.000 assunzioni definitive. Piano che ha trovato completa attuazione nel 2007, mentre nel 2008 ha cominciato ad arenarsi. Questo programma di assunzioni si deve invece completare fino a che l'immissione in ruolo non porti alla completa copertura dei posti vacanti, hanno chiesto ieri a Roma con un comunicato nel quale hanno anche descritto l'ancosciante sorte che altrimenti li attenderebbe: quella di disoccupati a vita, non in grado di assicurare una sopravvivenza dignitosa alle loro famiglie che sprofonderebbero così al di sotto del limite di sopravvivenza. Quindi la richiesta del ritiro dei tagli di organico imposti alla stessa Gelmini dal ministro del Tesoro Tremonti che tiene in mano i cordoni della borsa e che di fatto l'ha commissariata. Tagli che al termine metteranno sulla strada complessivamente 87.000 docenti e 44.500 Ata, una riduzione di organico pesantissima che tra le altre cose - come è stato spiegato - avrà come conseguenza "la formazione di classi di 30, 35 persone in spregio alla legge 626 sulla sicurezza, la scomparsa dell'informatica e la pesante riduzione del tempo pieno nella scuola primaria". Tra le novità contestate figurano anche "la sparizione della seconda lingua ed una complessiva riduzione dell'offerta formativa della scuola media, oltre alla negazione del diritto allo studio per gli alunni diversamente abili". A Napoli l'appuntamento è in piazza del Plebiscito dalle 17.30; a Catania in via Etnea, angolo via Prefettura, sempre alle 17; mentre a Palermo dalle 16 svolgerà un vero e proprio corteo con partenza in piazza Politeama, cui seguirà alle 18, all'interno del palazzo delle Aquile (sala Rostagno), un'assemblea aperta alla città. Condividi