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CAGLIARI - Con il 91% delle schede scrutinate si rafforza la tendenza apparsa già chiara ieri sera: la Sardegna passa al centro destra e la distanza fra i due schieramenti che si contendevano il governo dell'isola si è fatta ancora più netta. Il candidato di Berlusconi, Cappellacci, ha ottenuto il 51,86% dei suffragi, mentre il governatore uscente, Soru, si è fermato al 42,9%. Nonostante ciò Soru ne è uscito bene, poiché ha conquistato quasi un cinque per cento in più di suffragi rispetto alla coalizione che lo sosteneva e che si è invece fermata al 38,67% contro il 56,66 del centro destra. Un crollo che va tutto ricercato in casa Pd che, dopo essersi illuso ancora una volta con i sondaggi che parlavano di un testa a testa, non arriva invece al 25% quando un anno fa, alle politiche, aveva guadagnato il 33% e nelle regionali del 2004 i tre partiti che vi sono poi confluiti (Ds-Dl-Progetto Sardegna) misero insieme una dote vicina al 32%. Nel centro destra Cappellacci, al contrario, ha preso quasi il 5% in meno della sua coalizione, crescono i Riformatori (dal 6 al 7%), si conferma la forza dell'Udc, che in Sardegna ha scelto Berlusconi (fra il 9 e il 10%) e cresce anche il Psd'Az che ha effettuato il cambio di campo abbandonando il centro sinistra (dai 3,83 del 2004 al 4,35 odierno). Tornando al centro sinistra, oltre al deciso balzo in avanti dell'Idv di Di Pietro, che passa dallo 0,99% del 2004 all'attuale 5%, è estremamente interessante ciò che è successo nelle cosiddetta sinistra radicale che registra un forte recupero dopo il disastro di un anno fa alle politiche quando la lista arcobaleno raccolse in Sardegna appena il 3,1% dei consensi. Questa volta, da solo, Rifondazione Comunista si attesta al 3%, anche se, per effetto della scissione subita, scende anch'essa, di un punto, rispetto alle precedenti regionali. Il Pdci si attesterebbe, invece, attorno al 2% e Sinistra per la Sardegna (Vendoliani, Sinistra Democratica, ecc:) all'1,50%, portando il totale di questo schieramento al 7% più o meno, vale a dire più del doppio rispetto ad un anno fa. Per il resto, i dissidenti del Psd'Az, raggruppati con i Verdi nella lista dei Rosso Mori si fermano al 2% e i Socialisti, cinque anni fa alleati con Soru, questa volta hanno fatto una corsa solitaria che li ha portati a superare di poco il 2% contro il 3,76 del 2004: una scommessa persa quella di rompere con il centrosinistra, perché il partito vede sfumare la possibilità di conquistare anche solo un seggio. Infine, l'Irs dell'indipendentista Gavino Sale, che si conferma intorno al 2% come dato di lista, ma la sorpresa è il successo personale del leader che ha superato il 3% nella lista regionale. Irrompe in Sardegna un inedito "partito", quello delle schede nulle che diventano la terza forza della Sardegna: sono quasi 15.000, a cui si aggiungono le schede annullate volontariamente dall'elettore (circa 3300) e quelle bianche (più di 5000). A risultato ormai acquisito, una prima proiezione dei seggi ne assegna 54 al centrodestra e 26 al centrosinistra per un totale di 80 consiglieri che andranno a comporre la nuova Assemblea regionale contro gli 85 della precedente legislatura. Quanto alla distribuzione dei seggi, 26 seggi verrebbero attribuiti al Pdl, 7 all'Udc, 5 ai Riformatori, 3 al Psd'Az, 2 a Sardegna Unita-Uds e 2 all'Mpa, per un totale di 45, mentre nello schieramento dell'opposizione 17 seggi andrebbero al Pd, 3 all'Idv, 2 al Prc, uno ai Rosso Mori, uno al Pdci e uno a La Sinistra. Condividi