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di Eugenio Pierucci "Pazienza se il Pil italiano calerà del 2% nel 2009, vorra dire che torneremo al 2006 ed allora non si stava poi tanto male": si può riassumere così il Berlusconi pensiero alla notizia che l'Unione europea aveva fatto questa fosca previsione per il nostro Paese, per cui il capo del governo italiano pensava di poter dormire tranquillo fra due guanciali, tanto Dio provvederà e poi - aggiungeva - le nostre banche e le nostra imprese sono solide e in grado di reagire meglio delle altre. A gelare i facili ottimismi del Cavaliere ci si è però messa anche l'Istat, ch ha comunicato i dati delle produzione industriale italiana nel quarto ed ultimo trimestre del 2008: dati impietosi che peggio no si può, una vera e propria doccia gelata per noi tutti, roba da brivido. Si parla di una caduta generale del 7,5% che per il settore automobilistico raggiunge addirittura il -48% a dicembre, il che vuol dire quasi il dimezzamento. E tutto ciò si ridurra irrimediabilmente il minore occupazione, crescita della cassa integrazione e allontanamento della prospettiva di una sana occupazione per i milioni di precari che l'attendono da un tempo infinito. Da notare, inoltre, che non si tratta di dati isolati poiché si aggiungono agli altri, sempre negativi, dei trimestri precedenti, anche se non ancora di queste dimensioni. Infatti è dal maggio scorso che è iniziata la picchiata e da allora il segno è sempre stato in rosso, tanto che su base annua si registrava un - 4,3% a dicembre. E si consideri che le analisi dell'Istat si fermano per ora al 31 dicembre, vale a dire non riguardano minimamente l'anno in corso, quello per il quale l'Unione europea ha fatto le previsioni pessimistiche di pocanzi, per cui la conclusione traetela voi: se già a dicembre 2008 l'Italia segnava il dato peggiore dal 1990 (e si badi bene solo perché oltre non si può andare, dato che le serie storiche dell'Istat si fermani lì), è credibile che a fine 2009 ci ritroveremo nelle condizioni del 2006, come sostiene Berlusconi? A questo punto ce lo auguriamo anche noi, sta di fatto però che se il nostro governo, lasciando da parte gli inutili spot televisivi, non si deciderà ad approntare un serio piano anticrisi, come si sta facendo in tutti gli altri Paesi dell'Unione, un disegno che punti non solo a sostenere le aziende in crisi, ma anche a rilanciare i consumi assegnando maggiori risorse da spendere a chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese e magari non ci riesce proprio, diificilmente il nostro crollo si fermerà al 2006 ed allora saranno guai per tutti. Invece lo sport preferito da questo governo continua ad essere quello della caccia ai lavoratori, come l'ultima trovata del nuovo modello contrattuale ci insegna, che ridurrà ancora le loro retribuzioni. Per non parlare poi del ritorno di fiamma del ministro Tremonti sulle pensioni che, naturalmente, vanno riviste al ribasso perché così come sono sfasciano i conti dello Stato. Fortuna per noi e sfortuna per lui, che proprio oggi ci hanno pensato proprio dal suo ministero, il Tesoro, a smentirlo: il bilancio pensionistico, hanno assicurato, è in perfetto equilibrio. Condividi