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Paolo Guzzanti annuncia, con una lettera aperta a Silvio Berlusconi, di lasciare da oggi il gruppo parlamentare del Pdl alla Camera, iscrivendosi a quello misto, e il partito. Infatti, il deputato annuncia la sua iscrizione al Partito Liberale Italiano con l'idea di candidarsi per prossime responsabilità politiche. Due gli elementi che motivano la scelta di Guzzanti: il sostegno ''entusiasta, personale e amicale al signor Vladimir Putin'' da parte di Silvio Berlusconi per la ''criminale invasione della Georgia, la prima di uno Stato europeo da parte di un altro Stato europeo dal 1 settembre del '39 quando Hitler invase la Polonia''. Il secondo motivo sta nella condizione ''preagonica della democrazia parlamentare italiana''. ''Il Parlamento - scrive Guzzanti - è oggi ridotto al rango di cane da slitta del governo, costretto a correre sotto i colpi di frusta dei voti di fiducia (11, mentre 44 delle leggi approvate su un totale di 45 portano la firma del governo) con cui approvare decreti legge che meriterebbero invece ampia, autonoma e approfondita discussione e correzione da parte dei rappresentanti del popolo”. Guzzanti spiega inoltre di aver scelto la formula della ''lettera aperta'' perché ''sono state respinte'' le sue richieste di colloqui così come anche i messaggi scritti inviati al premier. Dopo aver criticato duramente Putin e la sua politica (''Lo stesso tuo amico ha ordinato che venisse reintrodotto sui libri di testo il culto di Stalin''), Guzzanti torna a parlare della situazione della democrazia italiana. Il Parlamento infatti ''prende ordini dal governo anziché esserne il controllore, essendone semmai il controllato, ciò che rende la democrazia parlamentare un cadavere o meglio uno zombie''. Guzzanti parla anche del partito che è ''diventato sempre più un organismo autoritario e piramidale, incapace persino di celebrare un vero congresso in cui poter ascoltare e votare voci sia discordi che concordi''. Ci sono state kermesse che ''potevano essere indifferentemente manifestazioni di Forza Italia o celebrazioni per il compleanno di Kim Il Sung''. ''Non esiste - scrive ancora Guzzanti - alcuna possibilità di democrazia interna nel partito di un monarca assoluto assediato da una corte osannante che tu poi porti in Parlamento o al governo con criteri che provocano in qualche caso imbarazzo e rossore''. Quindi - traendo le conclusioni - Guzzanti scrive: ''Politica estera, collasso istituzionale e assenza di democrazia interna mi inducono a prendere la sofferta decisione di andarmene, non senza averti però prima dato atto di aver realizzato progressi storici e positivi verso il bipartitismo''. Non c'è stata la tante volte annunciata ''rivoluzione liberale''. ''Se la verità è in coma, anche la libertà è moribonda”. Condividi