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di Eugenio Pierucci Dopo appena 4 giorni dalla sua uscita, Nichi Vendola è tornato a bussare alla porta di Rifondazione Comunista. Tradito dal Pd, l'aspirante leaderino che ambiva a fare da ruota di scorta al partito di Veltroni, si è trovato spiazzato dalla mossa del Walter nazionale che, nella sua smania di liquidare tutto quello che gli sta a sinistra, non ci ha pensato un attimo a mettersi d'accordo con Berlusconi sullo sbarramento al 4% per le Europee. Ma come, deve aver pensato, io mi sono dato tanto da fare per affossare Rifondazione Comunista e questa è la ricompensa!? Il governatore di Puglia è ben consapevole del fallimento cui andrebbe irrimediabilmente incontro il suo mini-movimento qualora si presentasse da solo a questo decisivo appuntamento elettorale. La possibilità di raggiungere e superare il quorum capestro che è stato indicato è assolutamente nulla, il che equivarrebbe alla morte della sua creatura ancor prima che possa emettere qualche vagito. E' per questo, dunque, che assieme a Giordano e Migliore con i quali aveva appena decretato la definitiva morte del comunismo, ha annunciato alla stampa l'intenzione di dare vita ad un cartello elettorale della sinistra, rivolgendosi a tutti, proprio a tutti, perfino all'odiato Ferrero che ha però mostrato di non volerci sentire da quell'orecchio. Sembrerebbe, la sua, una mossa davvero astuta: intanto perché nel calderone dei voti complessivi che questo raggruppamento, che sa tanto di Sinistra Arcobaleno (esperienza clamorosamente bocciata dagli elettori), potrebbe raccogliere, gli sarebbe facile nascondere il suo fallimento, e poi perché, qualora la fatidica soglia del 4% venisse così superata, potrebbe concorrere alla spartizione dei rimborsi elettorali che altrimenti, visti gli ulteriori cambiamenti che Pd e Pdl stanno preparando anche in questo senso, gli sfuggirebbero del tutto. Insomma, alla base di questo, chiamiamolo, ripensamento vendoliano, ci sarebbe solo una questione di quattrini, poiché che se il disegno di Veltroni si realizzasse interamente, questa volta il rimborso spetterebbe solamente alle liste capaci di mandare loro parlamentari a Bruxelles e non più a quelle che raggiungessero almeno l'1%, come era stato per le precedenti consultazioni. Lasciando così tutti in un mare di debiti. Per di più, a dimostrazione che sul piano politico per Nichi Vendola e soci nulla è cambiato, sta il fatto che, nello stesso momento in cui reclamavano questocartello elettorale, si affrettavano anche a specificare che loro, comunque, non ci stanno a fare ritorsioni negli enti locali contro il Pd, in vista dell'appuntamento elettorale di giugno. Forse anche perché, ha notato qualcuno maliziosamente, tra le giunte regionali di centro sinistra che in tal caso potrebbero cadere ci sarebbe anche quella di Puglia. Comunque tranquilli, perché Ferrero ha prontamente capito il giochetto e lo ha immediatamente archiviato. Intanto, ha affermato, lottiamo insieme per impedire la vergogna del quorum al 4%, poi parleremo di programmi e di una eventuale lista comunista. Condividi