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PERUGIA - Il Piano regionale sul dimensionamento scolastico dell’Umbria non ha subito alcuna modifica rispetto a quello approvato qualche giorno fa in terza Commissione. Al termine di un serrato confronto, iniziato alle 11 e proseguito ininterrottamente fino alle 17, il Consiglio lo ha approvato con 16 voti favorevoli e 13 contrari, perché alle minoranze si sono aggiunti il capogruppo di Rifondazione Stefano Vinti, con tanto di dichiarazione politica prima del voto finale, e Oliviero Dottorini dei Verdi Civici, critico anche sull’impianto generale, perché si è visto respingere un ultimo emendamento per il liceo scientifico a Città di Castello. L’atto è stato difeso con forza dall’assessore Maria Prodi che ha messo in guardia sulla gravità ben maggiore dei provvedimenti che sta per comunicare il Governo e che solo in Umbria comporterebbero “la chiusura di 80 scuole elementari, delle scuole di infanzia con meno di 30 alunni e delle medie sotto i 45”. Inutile ai fini di apportare modifiche dell’ultima ora si sono rivelati, sia un breve incontro con una delegazione di scuole e sindacati di categoria con i capigruppo e l’Ufficio di presidenza in tarda mattinata, sia undici emendamenti, respinti, a firma di quasi tutti i consiglieri di minoranza, oltre che di Vinti e Dottorini. Il Centro destra, al quale spetta la titolarità del danno prodotto come conseguenza dell'applicazione pedissequa del decreto Gelmini, ha deciso di fare presente alla ministra le regioni del suo disaccordo rispetto al Piano varato a maggioranza dal Consiglio regionale. Prima della approvazione, nell’unica dichiarazione precedente al voto finale, Stefano Vinti ha criticato la Giunta, in particolare l’assessore Prodi, per la “bocciatura totale e il rifiuto di ogni confronto sugli emendamenti: impedimento alla ricerca di una qualche relazione politica”, in un contesto in cui lo stesso Vinti si è definito unico rappresentante di Rifondazione comunista ed ha definito “apolide” lo stesso presidente del Consiglio precisando, subito dopo, che questo argomento “sarà affrontato al momento opportuno” . Vinti, che ha espresso la sua contrarietà "ad un accorpamento di 2.500 studenti a Ponte S.Giovanni, mentre a Perugia si sta creando la scuola di classe", ha ricordato all'opposizione che "la maggioranza è composta di molte anime. Noi eravamo contro la demenziale legge Bassanini e anche contro la riforma Berlinguer, mentre la Gelmini non è nemmeno in grado di fare una riforma, ma solo tagli. Vogliamo dire che questo paese è, fra quelli europei, quello che impiega meno risorse per l’istruzione pubblica, al di sotto della media Ocse, mentre è bene in media per i finanziamenti alle scuole private. In mezzora il governo Berlusconi riesce a destinare, ad un battito di ciglia del cardinal Bagnasco, decine di milioni per le scuole clericali, mentre si tagliano otto miliardi per le scuole pubbliche e vengono infornate senza concorso decine di migliaia di persone per l’insegnamento della religione. Questa è la visione della scuola come un costo, non comeun investimento, contrariamente a quanto accade negli altri paesi. La scuola pubblica viene massacrata da venticinque anni a questa parte. Nel merito, siamo d’accordo con la Cgil, che ha definito il Piano di dimensionamento scolastico ‘confuso, privo di coerenza, che abbraccia un criterio per un territorio e lo sconfessa in quello accanto; si lascia autonomia a scuole sottodimensionate e si accorpano indirizzi distanti, creando poli da oltre mille studenti’. Questo dice la Cgil, senza che nessun giornale abbia pubblicato il relativo comunicato. Noi chiediamo almeno che si risolva la drammatica situazione che con questo Piano verrebbe a crearsi a Ponte San Giovanni, dove la situazione sarebbe insostenibile con duemilacinquecento allievi. Stesso discorso per l’accorpamento Itis-Ipsia di Terni. A Perugia, invece, siamo di fronte alla costruzione di una ‘scuola di classe’, dove i figli degli operai sono confinati nelle scuole di periferia e quelli dei professionisti vanno in centro, dove si prevedono classi-ghetto per i figli degli immigrati. Per quanto riguarda l’Itas Todi, che ha svolto un ruolo benemerito nel complesso dell’offerta formativa di questa regione, l’accorpamento con l’Ipsia non va, mentre l’Istituto per ciechi di Assisi deve essere considerato ‘speciale’, deve continuare a vivere nella sua autonomia. Il nostro giudizio finale sul Piano di dimensionamento scolastico, che ha trovato il dissenso di tutto il mondo della scuola, è un giudizio negativo. Dimensionamento scolastico Umbria (scheda) In assenza di normative più recenti, il Piano regionale sul dimensionamento scolastico umbro applica i parametri fissati dal Decreto 233 del ’98, in base ai quali possono mantenere personalità giuridica (autonomia) solo le scuole che nell’ultimo quinquennio hanno consolidato un numero di alunni variabile da 500 a 900 che scende a 300 nelle aree montane. Su questa base il Piano, preceduto dagli atti di programmazione approvati dalle due Conferenze provinciali di Perugia e Terni e dall’insieme degli enti territoriali, revoca di fatto l’autonomia di sette scuole in provincia di Perugia (Ponte San Giovanni, V. Emanuele, Istituto per ciechi di Assisi, Itcg di Todi, Rasetti e Rosselli di Castiglione del Lago, istituto d’arte di Gubbio, Leonardi di Spoleto). Propone questi accorpamenti in istituti comprensivi: a San Giustino, il Leonardo da Vinci con 579 alunni e una direzione didattica dimensionata con 619; a Perugia Ponte San Giovanni (Scuola Media e 11esimo Circolo) con 1.515; l’Itc Capitini con aggregazione del VIttorio Emanuele per 1.074; ad Assisi, con l’aggregazione dell’Istituto per ciechi, per un totale di 762; a Todi (Ciuffelli più l’Einaudi), per 822 alunni; a Castiglione del Lago, (Rosselli più Rasetti), per 604; a Gubbio, (Mazzantini più liceo classico), per 884; a Spoleto (Pontano, Leonardi più Istituto d’arte), per 731 alunni. Sempre in provincia di Perugia, a Magione, è prevista una nuova deroga, motivata da ‘comune montano’, che conferma l’aggregazione della Scuola media Mazzini più sezione staccata del Rosselli, per 406 alunni. A Foligno sono proposte tre nuove aggregazioni su istituti comprensivi già esistenti: Carducci per 484 alunni; Piermarini per 578; G. da Foligno, per 587 e tre circoli didattici (primarie più scuole di infanzia) rispettivamente, primo circolo con 809 ragazzi, secondo con 743, terzo 800, con l’aggiunta di due nuovi istituti comprensivi, Belfiore più ex Piermarini, con 579 alunni e Sant’Eraclio più la scuola d’infanzia per 545. In provincia di Terni le autonomie revocate sono quattro (Amelia, Baschi-Guardea, Terni Ipss e Ipsia). I nuovi istituti comprensivi riguardano: Amelia con 761; Attigliano, (Alviano, Lugnano e Guardea) per 499; Terni (Itc più Casagrande) con 1.226; Terni (Ipsia Pertini più Allievi) con 962. Sempre a Terni nuovo dimensionamento per istruzione artistica, geometri Sangallo e il Metelli, per 594, ma gli allievi del Grafico pubblicitario concluderanno le classi già attive (II - V) al Casagrande, mentre le prima passa la Sangallo-Metelli. Condividi