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TORINO - "Il rischio che 60.000 lavoratori del comparto auto, in Italia, restino a casa se non ci sarà un intervento del governo, è reale". L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, condivide la stima del segretario nazionale della Fim-Cisl Bruno Vitali e, a questo punto, sale l'attesa per le decisioni che verranno assunte al tavolo convocato per mercoledì dal governo. Intanto lo stillicidio della cassa integrazione continua: le presse dello stabilimento di Mirafiori chiuderanno tre settimane, dal 23 febbraio al 15 marzo, resteranno a casa tutti i 600 lavoratori (519 operai e 83 impiegati). E aziende dell'indotto pensano di chiudere, come la multinazionale Valeo, che nel torinese ha due fabbriche con 600 dipendenti e potrebbe chiuderne una. "I lavoratori della Fiat - afferma il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - rischiano di veder aumentare la cassa integrazione perché il governo italiano non ha ancora fatto nulla. Non aspetteremo che chiudano le fabbriche. Andremo a Roma prima, a ricordare che il lavoro dipendente le tasse le paga tutte e non si può parlare del Nord contro di loro". La Fiat continua a lavorare sul fronte dell'alleanza con la Chrysler. Automotive News dice che le due società introdurranno sul mercato nord americano sette nuovi veicoli nell'ambito della loro partnership, di cui quattro con il marchio Chrysler e tre con quello Fiat o Alfa Romeo. I veicoli saranno prodotti negli impianti Chrysler in Nord America e venduti tramite i concessionari selezionati Chrysler, Dodge e Jeep. Condividi